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Coronavirus
De Donno, lascia il Poma: dal plasma iperimmune alla medicina generale

Giuseppe De Donno, il medico simbolo della battaglia per il plasma iperimmune a cui si deve la salvezza di molte persone durante i primi mesi del 2020,  lascia l’ospedale Carlo Poma per diventare medico di medicina generale.

Sarà attivo nel comune di Porto Mantovano, dove c’è già la fila di persone che attende di incontrarlo, con un affetto che è stato più volte manifestato ieri sera, durante la diretta Facebook del sindaco di Curtatone Carlo Bottani.

Insieme a lui, Raffaello Stradoni, direttore generale della ASST di Mantova e Roberto Mari, presidente del consiglio comunale di Porto Mantovano.

Da mesi giravano voci in merito alla stanchezza del medico, che era entrato nel reparto Malattie dell’Apparato Respiratorio dell’ospedale lo stesso anno della laurea e vi era rimasto fino all’incarico che, nel 2018, lo portava alla guida della struttura di Pneumologia. Là, lo avevamo visto combattere contro il Covid 19, insieme ad altri medici con cui era stata condotta la sperimentazione sull’utilizzo di plasma convalescente insieme al Policlinico San Matteo di Pavia, con una gara di solidarietà da parte dei donatori per offrire il prezioso emocomponente.

Un’esperienza che De Donno ieri sera ha definito “drammatica, dove la nostra rianimazione e terapia intensiva hanno avuto un ruolo importantissimo”. In realtà, nonostante le dietrologie che vedevano dietro questa scelta una profonda disillusione, il dottore è apparso sereno sotto la mascherina, dicendo che “dopo 27 anni al Carlo Poma sto affrontando un cambiamento epocale della mia attività professionale. Ho deciso di mettermi in gioco, di provare a cambiare , ho sempre avuto una grande voglia di avvicinarmi al territorio. 20 anni fa avevo fatto assistenza domiciliare respiratoria, ora si è presentata questa bellissima opportunità e la ho colta, il legame con l’ospedale Poma resterà saldo”.

“Avrò tante cose da imparare -ha proseguito il medico, chiedo a ogni persona di avere con me la pazienza che si ha con un novizio”. Il 5 luglio il dottor De Donno sarà  operativo ma l’attesa è già tanta e sono numerose le persone che si recano agli sportelli di via Trento per chiedere di lui.

Intanto, l’amministrazione comunale  esprime grande soddisfazione per  il procedere delle vaccinazioni, che come ha riferito Roberto  Mari “stanno procedendo in modo spedito, abbiamo somministrato la prima dose al 53,5% della popolazione target. A oggi sono solo 10 i cittadini positivi”.

Dopo la sperimentazione, Giuseppe De Donno aveva fatto calare il silenzio, addirittura era sparito dai social (dove il gruppo Io sto con il dott. De Donno è più che mai attivo e si è trasformato in agone  da dibattito): ricordiamo la telefonata dei Nas al primario per chiedere informazioni sul caso della donna incinta curata con il plasma iperimmune. E lui aveva risposto “non mi scoraggeranno” dichiarando su Facebook “Il plasma iperimmune ci ha permesso di migliorare ancora di più i risultati, è democratico, del popolo, per il popolo. Nessun intermediario, nessun interesse, solo tanto studio e dedizione. Soprattutto è sicuro, nessun evento avverso, nessun effetto collaterale”. Poi, la sparizione e l’attribuzione della sperimentazione nazionale sul plasma iperimmune non a lui ma all’azienda ospedaliero universitaria di Pisa, dove Francesco Menichetti, primario di malattie infettive dell’ospedale di Cisanello  aveva coordinato il cosiddetto “Progetto tsunami” con 474 persone chiamate a sperimentare la cura e numerose polemiche. Dopo gli appelli per la ricerca di donatori, in estate, il medico aveva parlato di una battuta d’arresto del progetto, a causa “di burocrazia e divisioni per le quali la ricerca italiana ha perso un’occasione”.

Poi, del plasma iperimmune in Italia non si è più sentito parlare. In aprile 2021 il plasma convalescenti di De Donno è apparso nelle linee guida Usa per curare il Covid 19, come riportato da Affaritaliani.

Ora, il medico del popolo torna al popolo.

 

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