Coronavirus
Il futuro dopo il Coronavirus? Uno studio spiega come sarà il mondo

Globalizzazione e deglobalizzazione conviveranno. Aumenterà la digitalizzazione e l’allontanamento fisico ma si creeranno nicchie produttive locali e chi...
Dove andrà il mondo con il Coronavirus?
In futuro ci sarà più globalizzazione o meno globalizzazione?
L’esperienza della pandemia sta modellando il pianeta.
Dopo il Coronavirus il mondo si evolverà radicalmente e vedremo diversi scenari possibili. E’ quanto analizza uno studio edito da Spinger, colosso dell’editoria digitale tedesco ed europeo specializzato in riviste e opere scientifiche, “Economic Systems in the New Era: Stable Systems in an Unstable World” a cura di Svetlana Igorevna Ashmarina, Jakub Horak, Jaromir Vrbka, Petr Suler, disponibile on line dall’11 ottobre.
Il libro è la pubblicazione degli studi dell'Innovative Economic Symposium, organizzato dall'Istituto di tecnologia e affari di České Budějovice (Repubblica Ceca) in collaborazione con due università: Financial University under the Government of the Russian Federation (Mosca) e Samara State University of Economics (Samara), riunisce le analisi di esperti e giovani scienziati che si sono cimentati in analisi economiche, gestionali, relazioni internazionali, finanza, marketing, formazione professionale dei paesi asiatici ed europei, analisi sociali e politiche ed è uno spunto per guardare al mondo che verrà.
La fase attuale mette in crisi l’idea di fabbrica globale in cui viviamo, che non considera importanti le scorte ma frammenta le produzioni spalmandole in tutto il mondo: ad esempio il marchio e l’idea possono essere italiani, le materie prime cinesi, la manodopera indiana, eccetera.
Con la stagione del Coronavirus l’umanità sta vivendo cambiamenti profondi sotto il profilo psicologico, sociale e politico. Nella produzione economica abbiamo potuto finalmente comprendere quanto siano importanti le scorte, soprattutto in campo sanitario e alimentare. Il versante tecnologico è una faccia fondamentale della stessa medaglia. I supporti tecnologici hanno la stessa importanza se non superiore. Quelli più avanzati ci hanno permesso di capire la gravità dei danni e come combattere la pandemia, così come la possibilità di accumulare conoscenza, integrarla su supporti di varia natura e interagire in tempo reale, attività che si è svolta tra gruppi diversi di popolazione ma anche tra esperti. Ma non solo. Tutti i beni e gli strumenti che procurano l’ autosufficienza di una popolazione sono diventati importanti.
Ogni 10 anni si presenteranno sempre più facilmente eventi simili all’attuale Coronavirus e per questo sta crescendo la consapevolezza che l’attuale pandemia possa essere interpretata come uno strumento per la trasformazione del mondo globalizzato.
Gli autori sono sicuri che la pandemia avrà due principali conseguenze sociali. Da un lato causerà una crescita della globalizzazione attraverso pratiche di digitalizzazione totale e un allontanamento fisico e sociale delle persone ancor maggiore rispetto a quello attuale, creando scenari urbani sempre più rarefatti. L’isolamento e il distanziamento aumenteranno incidendo sulle relazioni interpersonali e sulla routine ponendo l’uomo contemporaneo in una condizione sociale innaturale, fonte per molti di stress psicologico e di solitudine.
D’altronde l’alienazione, come insegnava il grande sociologo Max Weber, è diventata una condizione generale dell’individuo moderno, assoggettato alle leggi degli Stati burocratici, ordinamenti non indirizzati all’evoluzione della personalità dell’individuo ma all’efficienza dell’organizzazione burocratica.
Sul versante opposto al crescere dei processi di digitalizzazione e allontanamento fisico monteranno movimenti antiglobalizzazione e processi di deglobalizzazione. Avranno un rilievo coloro che cercheranno e cercano una nuova umanità nel contatto interpersonale attraverso il valore della relazione. Lo stesso accadrà nell’economia dove si creeranno nicchie produttive locali che tenderanno sempre più all’autosufficienza.
Il conflitto e la discrasia tra questi due modelli che avanzeranno contemporaneamente porteranno al nuovo mondo.
Il confronto tra globalismo e tendenze deglobaliste continuerà e si radicalizzerà aprendo la scena a nuovi tipi di conflitti sociali. In fin dei conti il Coronavirus può essere considerato un simbolo della deglobalizzazione o una manifestazione vivente dei limiti e dei pericoli della globalizzazione.