Tabaccai "ladri" e comunioni armate, gli effetti sociali del Covid - Affaritaliani.it

Coronavirus

Tabaccai "ladri" e comunioni armate, gli effetti sociali del Covid

Di Mirco Maggi

Il Covid ci sta facendo impazzire, sembra che siamo tutti più cattivi. Sembra che sia tornata la legge del più forte

Tabaccai ladri e comunioni armate, gli effetti della pandemia si stanno facendo sentire

Mala tempora currunt: ma purtroppo non è solo questo. Il problema è che se ne preparano di peggiori. Non passa giorno che non si debba scrivere (e per voi leggere) di storie disgraziate, brutte, cattive. Di storie di una follia generale che pare ormai degenerata e incontrollabile; storie di violenza, di prevaricazioni, di inaudita cattiveria. É come se alla maggior parte degli italiani fosse accaduto qualcosa di inspiegabile.

No, non è il Covid, o meglio: non è solo il Covid questa volta il problema. É la rabbia, il livore, l'invidia, l'ignoranza che prende il sopravvento; è la maleducazione, l'arroganza. É la politica assente. Siamo ritornati alla legge del più forte, a quella della potenza barbarica del branco. Vince chi è più grosso, chi è più cattivo. Sembra che nessuno abbia più niente da perdere, sembra che ad ogni angolo vi sia una minaccia concreta, e non più ipotetica. Ma cosa ci sta succedendo? La pandemia ci ha fatto sbroccare tutti? Oppure eravamo già tutti sbroccati e ci mancava solo una scusa per smettere di nasconderlo? Davvero italiani: cosa ci sta succedendo?

La vecchina a Napoli vince 500 mila euro con il gratta e vinci e il tabaccaio glielo ruba e scappa; un 40enne viene ucciso a pugni da un ragazzo mentre sta facendo benzina e solo perché avrebbe guardato la sua fidanzata; un Carabiniere in borghese cerca di dividere due litiganti ad un Battesimo e si prende un colpo di pistola alla testa; due donne vengono uccise: una dall'ex convivente e l'altra dal fidanzato geloso. E tutto accade in un giorno solo: 24 ore di follia in un paese flagellato dalla Pandemia, reduce da due anni di paura e di lock-down, di negozi e attività che hanno chiuso, di morti e di perdite per tutti quanti. É davvero una follia, sono davvero tempi pessimi; e quello che fa più paura è che si teme che le cose non migliorino, anzi. Si teme che tutto peggiori, perché i segnali che arrivano sono sempre più nefasti.

E come si affronta una crisi di questa portata? Una crisi sociale che i politici non vedono e non capiscono, che la gente non sa come gestire, e dove non esiste un servizio collettivo in grado di prevenire, reprimere e condannare quanto si sta verificando? Il problema sta proprio nel fatto che non si tratta di un sodalizio criminale, che non è colpa della Mafia o della droga o della malavita il problema di questa recrudescenza violenta. La colpa è del tessuto sociale impazzito e degli individui singoli, ed è proprio questa la ragione della colpa della assoluta mancanza dello Stato, delle mancate applicazioni delle pene, del cieco disinteresse da parte dello Stato sociale nei confronti di questo fenomeno.