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Corteo pro-Pal oggi 4 ottobre a Roma: il percorso. L’appello di Guerini (Pd): “Chi manifesta, deve essere rispettato”
Il deputato del Pd: “Uno sciopero non ha il compito di risolvere una questione o di indicare una soluzione. È uno strumento per esprimere un’indignazione, per fare pressione, per manifestare un problema”

Tajani: "Scioperare non è aggredire e bloccare tutto"
"Io rispetto tutti coloro che manifestano anche se poi lo sciopero era stato dichiarato illegittimo, però deve avere dei limiti, cioè il rispetto degli altri. Bloccare autostrade, strade, porti, aeroporti non significa scioperare, significa commettere dei reati. Aggredire le forze dell'ordine e mandare in ospedale decine di poliziotti, carabinieri, finanzieri non significa scioperare, non significa difendere le proprie idee. Le proprie idee non si difendono con la violenza". Lo ha detto il ministro degli Esteri e vice presidente del Consiglio Antonio Tajani parlando a Firenze con i giornalisti a margine di un evento elettorale di Forza Italia in vista delle elezioni regionali in Toscana.
"Ci sono troppi i figli di papà estremisti che stanno nei centri sociali che attaccano i figli del popolo che sono gli agenti delle forze dell'ordine, come diceva Pasolini - ha aggiunto Tajani - Io sto dalla parte dei figli del popolo, certamente non da quella dei figli di papà che se la prendono con dei lavoratori della sicurezza che non hanno alcuna responsabilità per ciò che succede a Gaza".
"Distruggere vetrine, distruggere edifici, distruggere auto dei lavoratori - ha continuato il segretario nazionale di Forza Italia - non ha nulla a che vedere con lo sciopero, non ha nulla a che vedere con la democrazia, non ha nulla a che vedere con la difesa delle proprie idee".
"Io mi auguro che anche i servizi d'ordine nel futuro possano fare la loro parte, il loro dovere per impedire che le frange violente compiano danni che poi pagano gli altri cittadini e soprattutto con i disservizi - ha evidenziato Tajani - Si è trattato di uno sciopero politico, ovviamente, non era uno sciopero per difendere i diritti dei lavoratori per un contratto che non si faceva".
"Uno sciopero però non può creare disservizi che pagano cittadini che non c'entrano nulla - ha concluso il ministro degli Esteri - Come non c'entrano nulla le forze dell'ordine, non c’entra nulla neanche il cittadino che deve andare in ospedale, quello che deve andare a lavorare, il pendolare, sono tutte persone che hanno pagato un prezzo ingiusto per questo".
Manifestazione per Gaza, oggi 4 ottobre a Roma. Guerini (Pd): “Chi sciopera, deve essere sempre rispettato”
Roma si prepara alla grande manifestazione per Gaza prevista per oggi, sabato 4 ottobre, dopo la grande adesione ai cortei di ieri per cui la Cgil ha parlato di "oltre due milioni di persone in 100 piazze". Il preavviso è stato presentato da Giovani palestinesi in Italia, Comunità palestinese in Italia e Associazione Palestinese in Italia per 20mila persone ma, considerata la grande partecipazione alle mobilitazioni estemporanee di questi giorni, se ne attendono molte di più.
In piazza, oltre alle sigle pro-Pal, ci saranno sindacati, collettivi studenteschi e società civile. Tutti i dettagli del dispositivo di sicurezza, che prevede un impiego imponente di forze dell'ordine e come sempre la massima attenzione, saranno messi a punto questa mattina nel corso di un tavolo tecnico in questura. Ieri il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi ha parlato della "manifestazione nazionale" di oggi, definendola "altrettanto impegnativa" rispetto a quelle di venerdì.
Da dove partono e le strade bloccate
Il corteo, che dovrebbe partire per le 14.30 da piazzale Ostiense arriverà a piazza di Porta San Giovanni, percorrendo viale della Piramide Cestia, piazza Albania, viale Aventino, piazza di Porta Capena, via di San Gregorio, via Celio Vibenna, piazza del Colosseo, via Labicana e via Merulana.
L'appello di Guerini (Pd)
"Sono cresciuto nella cultura dell’autonomia del sindacato dalla politica. E viceversa. Chi sciopera, chi manifesta, deve essere sempre rispettato. Se migliaia di persone vanno in piazza bisogna guardare con attenzione, non con sufficienza. Uno sciopero non ha il compito di risolvere una questione o di indicare una soluzione. È uno strumento per esprimere un’indignazione, per fare pressione, per manifestare un problema.
Spesso anche con contraddizioni, che sono le contraddizioni della realtà storica che stiamo vivendo. Ciò che contesto è che la politica si limiti a trasformarsi in megafono quando invece il suo compito è raccogliere quelle domande mediandole nella responsabilità delle decisioni". Così Lorenzo Guerini, deputato del Pd e presidente del Copasir, in un'intervista al Corriere della Sera.
Giorgia Meloni vi schiaccia su posizioni estremiste? "Ho un ruolo istituzionale che mi impone sobrietà nella risposta. Ribadisco il concetto di prima: nessuno deve pensare di strumentalizzare, in un senso o nell’altro, le piazze a proprio vantaggio. L’eccessiva polarizzazione della politica italiana credo non porti a nulla di buono e - sottolinea Guerini - forse è uno degli elementi alla base della disaffezione sempre più evidente nelle urne. La delegittimazione reciproca, l’incapacità di trovare terreni comuni di confronto pur nella asprezza della lotta politica e delle sacrosante differenze rischia di dividere il Paese e di imbarbarire il confronto politico".
Il Pd ora insegue Landini, Albanese, la piazza? "Io non inseguo nessuno. Elly Schlein ha lavorato con impegno per unire le opposizioni e ciò ha consentito, anche in queste regionali, di presentarci uniti di fronte agli elettori. Un passo necessario conseguito per la caparbietà della segretaria. Ora - evidenzia - bisogna trasformare l’unità delle opposizioni in una proposta politica che diventi una credibile e forte alternativa al governo della destra. Dando un profilo più politico, oltre che aritmetico, alla nostra proposta.
E a questo si deve dedicare soprattutto il Partito democratico che di questo progetto rappresenta l’infrastruttura portante. Chiarendo, con le mediazioni che la politica richiede, ciò che va chiarito a partire dal nostro posizionamento sulle grandi trasformazioni dello scenario internazionale. Non basta dire che dall’altra parte c’è la destra e sperare in un quadro in cui la partecipazione elettorale langue, e uso un’espressione non mia, 'di portare a votare i tuoi'. Ecco credo che questo non basti per vincere le prossime elezioni politiche".