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Costume
Moda, effetto Covid: male 6 aziende su 10. Crisi shopping nelle grandi città

Allarme di Federmoda: shopping in crisi, male 6 aziende su 10

Per il mercato della moda gli scenari di mercato così come gli atteggiamenti dei consumatori sono cambiati profondamente con il covid-19. E' quanto emerge dal sondaggio di Federazione Moda Italia-Confcommercio con World Capital che mette a confronto la situazione pre-covid, come delineata nel Fashion & High Street Report 2019, in collaborazione con Osservatorio Acquisti Nexi, Global Blue e CCIAA di Milano. Secondo i dati del sondaggio di Federazione Moda Italia sull'andamento delle vendite nel settore moda nei mesi di luglio e agosto di quest'anno, il 62% delle aziende ha evidenziato un calo rispetto alle entrate degli stessi due mesi del 2019. Il 22% ha registrato una stabilità ed un 16% un incremento.

Il calo medio registrato è del 17% con posizioni più critiche nei centri delle grandi città, che hanno sofferto di più rispetto alle periferie, ai centri minori ed alle località turistiche, dove si è registrata qualche soddisfazione. Dall'analisi emerge che il settore immobiliare retail nel 2019 si è mostrato in leggera difficoltà rispetto agli altri settori corporate, a causa della trasformazione in atto nel mondo del commercio. La grande propulsione dell'e-commerce sta portando ad un radicale cambiamento delle abitudini di acquisto della popolazione, che sempre più interconnessa, predilige spesso l'acquisto online invece di recarsi fisicamente in negozio. Tale abitudine si riversa anche sui valori immobiliari, registrando nel secondo semestre 2019 un generale calo dei canoni di locazione nelle High Street Italiane.

Tuttavia, confrontando la contrazione dei valori immobiliari registrati lungo le High Street con quelli dei grandi Centri Commerciali, si nota che le Vie dello Shopping hanno reagito meglio al colpo dato dall'e-commerce, continuando ad esercitare grande attrattività agli occhi degli investitori. High Street come Via Monte Napoleone a Milano, prime rent nazionale (11.070 euro/mq/anno), o Via dei Condotti a Roma (10.000 euro/mq/anno) si riconfermano vetrine di appeal per i grandi brand del lusso e rimango al passo con i competitor mondiali. Infatti, sia Via Monte Napoleone che Via dei Condotti, in termini di canoni di locazione, si posizionano al 5° ed al 6° posto della Top High Street Mondiali. Rispetto al 2018, sempre in Via dei Condotti a Roma, si registra un +10,4%. Valori in crescita anche per High Street come Piazza San Marco a Venezia (+9,3%), Via del Corso a Roma (+4,3) e Via Torino a Milano (+3,5%). ''Il mercato immobiliare retail sta attraversando una fase di transazione, dovuta a fenomeni quali l'e-commerce, il cambiamento delle abitudini dei consumatori e l'internazionalizzazione dello stile di vita. - dichiara Andrea Faini, CEO di World Capital - A tale scenario si aggiunge anche il grande impatto che il Covid-19 sta avendo sui negozi. Tutto questo spinge l'immobiliare retail verso una nuova direzione, in grado di rispondere non solo alle esigenze dei consumatori, ma anche a riprogettare gli spazi secondo le misure di sicurezza anti-contagio. Per quanto riguarda i valori immobiliari delle high street italiane, notiamo un leggero disallineamento rispetto al 2018, con Via Monte Napoleone a Milano che registra un calo del 2%, rispetto a Via dei Condotti a Roma i cui valori crescono oltre al 10%''.

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