Bottega Veneta e l'addio di Tomas Maier. "Effetto Gucci" nella moda
L'addio a Bottega Veneta di Tomas Maier, direttore creativo, autore della rinascita della griffe italiana
L'addio di Tomas Maier a Bottega Veneta indica che qualcosa nella moda sta cambiando. E a imporre un nuovo paradigma alle maison, non solo Kering, è il dirompente successo di Gucci. Ora l'obiettivo è essere riconoscibili e saper arrivare all’immaginario (e al portafoglio) dei Millennials, come spiega PambiancoNews. "Bottega Veneta è la maison di oggi principalmente grazie all’apporto creativo di altissimo livello di Tomas che ha riportato il marchio a essere riferimento indiscusso nella scena del lusso. La sua visione creativa ha valorizzato magnificamente l’expertise unica degli artigiani della maison", ha dichiarato François-Henri Pinault, il proprietario del gruppo Kering di cui la maison fa parte. "Sono profondamente grato a Tomas e lo ringrazio personalmente per il lavoro svolto e per l'eccezionale successo che ha contribuito a raggiungere".
Eppure, oggi pare necessaria una creatività più di rottura, come suggeriscono gli exploit, tra le controllate di Kering, di Gucci by Alessandro Michele e di Balenciaga targata Demna Gvasalia. E così, come scrive ancora PambiancoNews, in Lvmh si scommette su Hedi Slimane per Céline, che introdurrà per la prima volta il menswear e la couture. Disruptive anche la nomina di Virgil Abloh, mente del fenomeno Off-White, al vertice creativo dell’uomo di Louis Vuitton, mentre, a Londra, toccherà a Riccardo Tisci, lo stilista che ha già traghettato Givenchy nel nuovo millennio, il compito di ‘svecchiare’ Burberry con una nuova identità.