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Divorzio senza finire sul lastrico? Ora c'è il crowdfunding

Rivoluzione nel mondo dei divorzi. D'altronde ormai lasciarsi è sempre meno un tabù e sempre più una questione collettiva, sia a livello sentimentale che... economico. Anni fa sono nati i divorce party per festeggiare l'addio tra coniugi, che dagli Stati Uniti sono gradualmente arrivati anche in Italia. Poi sono spuntate figure come il divorce coach oppure, negli ultimi tempi, anche divorce app, che aiutano a lasciarsi senza troppi litigi e a gestire in modo meno conflittuale la gestione dei figli, programmando tempi e modalità attraverso fogli condivisi su smartphone e tablet. Ancora più recente è la moda del #divorceselfie: gli ex, ovviamente se ci si dice addio in buoni rapporti, si scattano un selfie (spesso direttamente fuori dal tribunale) e lo condividono sul web con amici e parenti, dando così inizio alla loro nuova vita. 

Ora sempre sul web arriva l'ultima novità, lanciata da Plumfund, piattaforma di finanziamento collettivo, che ha ideato la sezione "divorzi", già attiva da qualche settimana. Le sezioni anniversari, pensioni e matrimoni esistevano già da tempo, ma mai i due fondatori Sara e Josh Margulis avrebbero pensato di lanciarsi nel business della separazione. La svolta è arrivata dopo una conversazione con Arianna Huffington, che li ha "illuminati, dicendo loro quanto la sezione del giornale online dedicata al divorzio avesse successo.

E così è nata l'idea di aiutare gli ex coniugi ad aprirsi un fondo di finanziamento: su Plumfund amici, parenti e conoscenti possono così fare una libera donazione per casa e arredamento nuovi, spese di mantenimento, spese per gli avvocati, spese inaspettate (frequenti quando il divorzio non è consensuale), custodia dei figli e altro ancora...

"Nella fase di divorzio si ha bisogno di sostegno, e non solo emozionale, ma anche finanziario", spiega Kevin O’Leary, uno degli investitori, al sito di informazione Quartz. "Monetizzare il divorzio è molto importante perché un matrimonio su due finisce in fallimento".

Un approccio troppo pragmatico? Eppure è la dura realtà. Quante coppie si ritrovano sul lastrico a causa di battaglie legale e assegni di mantenimento. Oltretutto, proprio perché è un tabù, molte persone si vergognano a chiedere aiuto ad amici e parenti. D'altronde, non è da tutti rimanere così in buoni rapporti da farsi un #Divorceselfie e festeggiare insieme sui social network. E allora, se è normale aiutare i neosposi quando cominciano la loro vita insieme, perché non continuare a farlo anche quando i neodivorziati iniziano una seconda vita lontani l'uno dall'altra?

Tags:
divorzio crowfunding





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