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Cronache
Abusi, molestie e palpeggiamenti sui mezzi: la rabbia delle donne su Instagram

Esplode lo scandalo delle violenze sui mezzi pubblici di Londra

Molestie, palpeggiamenti e strusciamenti in luogo pubblico, senza che nessuno intervenisse. E’ una vera e propria odissea quella che circa 200 donne e ragazze inglesi raccontano sulla pagina Instagram “Screengrab Them”. L’iniziativa è stata lanciata da Zan Moon, a sua volta vittima di violenza nove anni fa, in seguito al ripetersi di casi del genere. Alcuni di essi hanno avuto molta eco mediatica, come ad esempio quello di Sarah Everard, uccisa da un poliziotto, ma la maggior parte non viene adeguatamente stigmatizzata. Da qui l’idea di usare Instagram per un vero e proprio dossier che è stato già inviato al sindaco di Londra, Sadiq Khan, con le testimonianze dei gravi episodi verificatisi nella capitale britannica. 

“Contrastare la cultura dello stupro con l’educazione” è il nome del progetto, che ha portato all’attenzione di Khan storie davvero agghiaccianti. La maggior parte dei casi si verifica sui mezzi pubblici, con donne che spiegano di essere “regolarmente molestate” da uomini che approfittano della folla per strusciare il pube contro le malcapitate. Un’altra vittima racconta che “ci sono voluti solo quattro giorni dal mio trasferimento a Londra, prima che un tizio mi afferrasse il sedere tra le sue mani in metropolitana, senza il mio consenso”.

Un aspetto che lascia esterrefatti è che, su 180 testimonianze, ben l’81% denunci il fatto che nessuno dei tanti testimoni presenti sia intervenuto a difendere le vittime. Per questo Zan Moon ha scritto al sindaco Khan spiegando che il rinomato sistema di trasporto pubblico londinese è diventato “il focolaio dell’abuso sessuale”. In un’intervista a Metro.co.uk, la ragazza spiega che “i nostri viaggi sono funestati dal sessismo quotidiano. Non dovrebbe essere possibile, ma le viaggiatrici sono rassegnate all’idea di essere molestate e sottoposte a catcalling”.

Persino a causa di questa denuncia Zan Moon ha ricevuto dei commenti poco piacevoli, da parte di chi sostiene che in questo modo stia mettendo in ridicolo la celebre rete dei trasporti di Londra: “Per ironia della sorte, questa risposta sintetizza perfettamente l’atteggiamento di molti molestatori, che vedono la violenza contro le donne come una sorta di scherzo, per cui la minimizzano e la mettono in ridicolo continuamente”. Così come Chiara Ferragni, che ha stimolato la reazione del sindaco Beppe Sala sulla criminalità a Milano, Zan Moon spera che Khan risponda positivamente alla sua segnalazione, che contiene anche proposte pratiche, come un “bottone antimolestie” che serva alle donne per richiamare l’attenzione, quando viaggiano da sole e vengono aggredita.

Un altro rimedio consiste nelle telecamere, le cui registrazioni vengono cancellate dopo 72 ore. Zan Moon lo ha scoperto a sue spese lo scorso gennaio, quando è stata molestata sulla metropolitana da un gruppo di quarantenni che l’hanno invitata a fare sesso con la sua fidanzata davanti a loro, per dimostrare che fossero veramente due lesbiche. “Non è stato possibile rintracciarli in nessun modo, nessuno ha fatto nulla e io mi sono sentita senza valore, come se fossi un pezzo di carne”.  

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