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Cronache
"Al di là di ogni ragionevole dubbio": Bossetti e le responsabilità su Yara
Anna Vagli 

Omicidio di Yara Gambirasio, l'analisi della criminologa Anna Vagli

Era il 26 Novembre 2010 quando la piccola ginnasta di Brembate, uscì di casa senza più farne ritorno. Il suo corpo venne ritrovato, privo di vita, solo tre mesi più tardi in un campo di Chignolo D'Isola. Unico colpevole: Massimo Bossetti, condannato in via definitiva all'ergastolo con l'accusa di omicidio. Se per qualcuno resta il beneficio del dubbio sulla sua innocenza, non è così per la criminologa Anna Vagli.

Questa triste storia, rimasta nel cuore di tutti, ha spinto l'esperta a scrivere il suo primo libro di cronaca nera dal titolo "Al di là di ogni ragionevole dubbio". Il contenuto spiega perché il muratore di Mapello, sia effettivamente, secondo lei, l'unico vero colpevole della morte della giovane. Tutto è scritto in modo semplice, chiaro, e privo di architetture mentali che non lasciano incertezze al lettore. Ogni argomento è trattato con dovizia di particolari e si è portati a rivivere ogni singolo istante di quella sconvolgente vicenda. Difficile non immedesimarsi.

La casa editrice SwipeNFT Italia lo pubblica in versione digitale, dando la possibilità a chi lo acquista di aggiudicarsi l'opera e di diventare proprietario dei diritti. Cosa sono esattamente gli NFT? Sono pezzi unici che non possono essere né replicati né sostituiti e che sono creati esclusivamente per Internet. Quando un oggetto digitale è certificato con un NFT è come se sopra ci fosse la firma dell'autore e nessuno può dire che non sia originale o che ce ne siano altre copie.

Anna Vagli, l'incontro con l'autrice

Ma chi è Anna Vagli? Classe 1989, originaria di Forte dei Marmi, dopo la Laurea in Giurisprudenza si specializza in diversi campi: criminologia e psicologia investigativa, sopralluogo tecnico sulla scena del crimine ed esperta in scienze forensi. Attiva anche nella difesa delle donne, oggi è sempre più spesso chiamata ospite in numerose trasmissioni televisive Mediaset e Rai per parlare di temi delicati e di spessore, dando così prova della sua competenza e affidabilità.

Da cosa nasce questo tuo forte interesse per la criminologia?

"Fin da piccola, alla lettura dei romanzi rosa, preferivo i libri gialli. Negli anni ho sempre coltivato questa mia grande vocazione, ma in realtà la svolta è arrivata all'Università. Sono stata vittima di un ex fidanzato, narcisista patologico, che mi ha spinto a studiare e ad approfondire tutte le dinamiche neurologiche che portano alla violenza contro le donne. A questo avvenimento personale, si aggiunse anche una vicenda giudiziaria che mi coinvolse fin da subito e che decisi di seguire e studiare nel più meticoloso dei modi, quello di Yara Gambirasio".

"Al di là di ogni ragionevole dubbio", perché hai scelto questo titolo?

"Innanzitutto ho scritto questo libro con l'intento di dare spazio alla vittima, spesso capita che sia proprio il cattivo a fare la storia. Mi sono focalizzata solo ed esclusivamente su Yara per renderle giustizia e per continuare a farla vivere nei nostri cuori. La scelta di utilizzare una frase tipica dell'ambiente forense è per spiegare, senza sé e senza ma, quindi senz'ombra di dubbio, anche all'uomo di strada che Bossetti è il solo colpevole e che si merita di stare dove sta."

Hai mai avuto dubbi sulla sua incolpevolezza?

"Assolutamente no. Gli studi sul suo Dna, ritrovato nelle zone intime della piccola, sono stati chiari fin da subito e non hanno lasciato spazio all'incertezza. Massimo Bossetti non era una persona vicina alla ginnasta perciò mi è bastato semplicemente questo dettaglio per dubitare della sua innocenza. La strategia difensiva dei suoi avvocati ha sollevato sicuramente una parte del popolo che tutt'oggi lo difende, ma la giustizia ha dato poi quel verdetto in cui avevo personalmente confidato".

La storia di Yara Gambirasio, ti ha fin da subito coinvolta a livello emotivo. Cos'ha catturato maggiormente la tua attenzione e cosa ti ha convinto che fosse proprio lui il colpevole?

"Mi ha colpito immediatamente la sua giovane età, che era la stessa delle mie sorelle, e per questo mi ha turbata. In un secondo momento c'è stato il mio intuito, qualità base della criminologia investigativa. Mi ricordo che quel giorno, mentre mi preparavo per un esame universitario, la mia attenzione venne catturata da una notizia dell'Ansa che menzionava l'arresto di Massimo Giuseppe Bossetti per l'omicidio della giovane adolescente. In realtà circolava la notizia, ma non c'erano ancora delle immagini legate alla sua persona e questo mi portò nell'immediato a fare una ricerca su tutti i canali social. Lo trovai su Facebook, raffigurato felicemente sposato e con due figli. Mi bastò vedere i suoi occhi e quello sguardo da finto angelico per capire che l'assassino era solo ed esclusivamente lui. Presi il mio telefono e con uno screenshot della sua foto inviata ai miei migliori amici, dichiarai apertamente la sua colpevolezza. Con il tempo poi ad avvalorare questa mia tesi furono la lettura degli atti e la prova degli studi scientifici effettuati."

Quanto è difficile essere una donna criminologa, intelligente e bella nel tuo ambiente?

"E davvero complicato relazionarsi con gli uomini, ma ancor di più con le colleghe donne. Quello che fin ad ora mi ha più ostacolato è l'età anagrafica, mi viene contestato di non avere né esperienza e né titoli. La realtà è che invece ho ben quattro Master, di cui uno in neuroscienze cognitive applicate presso l'Università di Harvard, una laurea e altri studi di specializzazione, perciò sono ben preparata sotto questo punto di vista. Di sacrifici in termini di tempo ne faccio continuamente e proseguo nei miei studi senza mai fermarmi. La cosa che mi colpisce maggiormente sono gli attacchi gratuiti sulla mia persona, dettati forse da un po’ d'invidia. Nella mia prima apparizione come ospite-esperta in tv, per esempio, sono stata giudicata da una persona che è stata la mia mentore, contestandomi quel ruolo che, a suo dire, sarebbe dovuto appartenere ad una persona più adulta".

Tornando al libro "Al di là di ogni ragionevole dubbio", perché hai scelto una linea editoriale come quella di SwipeNFT Italia e quali risultati ti aspetti?

"Innanzitutto la mia preferenza è andata verso questa casa editrice perché è la prima start-up italiana che ha unito l'editoria del mondo digitale agli NFT, che sono dei certificati sulle opere stesse. Ho appoggiato questo progetto che prevede la pubblicazione di 50 e-book entro la fine del 2022. Lo trovo fortemente ambizioso e rappresentativo del futuro. L'idea è nata da persone esperte nel settore della comunicazione, farne parte è per me un immenso motivo di orgoglio e onore".

Direttore scientifico di un Master in Criminologia con Studio Cataldi e coordinatrice scientifica del Master First Certificate in partnership con Formazione Giuridica, Anna Vagli sogna in grande, con la consapevolezza di avere ancora tanta strada da fare, ma con il desiderio di dimostrare le sue capacità in un ambito cosi particolare e specifico.

 

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