Anm, addio Davigo, scatta l'era Albamonte. E c'è anche il pm del caso Ruby - Affaritaliani.it

Cronache

Anm, addio Davigo, scatta l'era Albamonte. E c'è anche il pm del caso Ruby

Cambio al vertice all'Anm. Il presidente Davigo lascia ad Albamonte (Area). Per la vicepresidenza ecco Sangermano (pm del processo Ruby)

Giustizia: cambio a vertici Anm, dopo Davigo presidenza ad Albamonte (Area)

Passaggio di consegne, sabato prossimo, al vertice dell'Associazione nazionale magistrati: scade il mandato di un anno per la Giunta che, eletta il 9 aprile 2016, e' stata guidata dall'ex giudice di Mani Pulite, oggi presidente di sezione in Cassazione, Piercamillo Davigo, leader del gruppo di Autonomia&Indipendenza. La presidenza dell'Anm - secondo quanto stabilito un anno fa, con il ritorno, dopo tanto tempo, ad una giunta unitaria, a cui partecipano rappresentanti di tutte le componenti della magistratura associata - passa ora al gruppo di Area, che riunisce le correnti 'di sinistra' delle toghe, Magistratura Democratica e Movimento per la Giustizia. Presidente della nuova giunta dovrebbe essere il pm di Roma Eugenio Albamonte, esponente di Area, magistrato titolare della recente inchiesta sul cyberspionaggio, delle indagini sul caso Shalabayeva (poi passate a Perugia), sulla morte del tifoso napoletano Ciro Esposito, mentre l'incarico di segretario dovrebbe essere affidato a Edoardo Cilenti, giudice a Napoli, esponente di Magistratura Indipendente.

La vicepresidenza all'ex pm del processo Ruby, Antonio Sangermano

La vicepresidenza, invece, tocca a Unicost: il ruolo dovrebbe essere ricoperto da Antonio Sangermano, ex pm a Milano nel processo Ruby, oggi capo della Procura per i minorenni di Firenze. Per l'incarico di vicesegretario, infine, dovrebbe essere designato Francesco Valentini, fino a poco tempo fa in servizio alla Procura di Napoli, ora a Latina, di Autonomia&Indipendenza. La riunione del direttivo dell'Anm era stata inizialmente fissata per l'8 aprile: l'anticipo di una settimana e' legato alla discussione che le toghe intendono portare avanti sull'iter parlamentare della riforma del processo penale, su cui la magistratura ha espresso pesanti critiche. Dopo l'approvazione, con voto di fiducia in Senato, ora il ddl attende il vaglio, in seconda lettura, della Camera.