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Cronache
Armi nucleari, come i cinesi potevano vedere le armi segrete britanniche

Una società di proprietà dello Stato cinese aveva accesso a informazioni segrete sulle armi nucleari britanniche

Siamo in buone mani con la sicurezza nucleare.

Si scopre oggi che per 3 anni una società di proprietà della Repubblica Popolare cinese ha potuto vedere i segreti britannici. Le informazioni segrete sulle armi nucleari britanniche, del principale quartier generale militare del Regno Unito a Northwood, a un’ora di treno da Westminster, erano visibili a questa società. 

La sede di Northwood gestisce il programma di deterrenza nucleare della Gran Bretagna e che è utilizzato anche dalla NATO. E a questa sede vanno aggiunte 45 basi militari britanniche dell'Esercito, la Marina e l'Aeronautica.

Il caso, fatto esplodere dall’edizione domenicale del Daily Mail sta destando sconcerto nel Regno Unito. Ora i cinesi potrebbe essere in possesso di informazioni riservate soprattutto sui militari e le loro famiglie. L’intelligence cinese potrebbe essere entrata in possesso di informazioni sui telefoni cellulari privati ​​di gran parte di loro, lasciandoli vulnerabili agli approcci dei servizi di intelligence ostili, anche se le informazioni più delicate relative alle armi sarebbero crittografate.

Per ben 3 anni, da settembre 2017 a novembre 2020, la società PCCW, la holding che possiede Hkt, uno dei principali operatori di telefonia di Hong-Kong e parzialmente di proprietà della Repubblica Popolare cinese, ha controllato una società che forniva servizi di Wi-Fi al quartier generale militare del Regno Unito e alle altre 45 basi della Difesa.

La società di telecomunicazioni si chiama Media Force ed ha fornito Internet alle forze armate per quasi due decenni e fornisce anche attualmente un servizio Wi-Fi a 46 basi militari britanniche. Ma per 3 anni Media Force è stata gestita da PCCW fino a che i cinesi non l’hanno venduta alla società britannica Wifinity.

Il secondo maggiore azionista di PCCW è un operatore di telecomunicazioni statale cinese chiamato China Unicom, che detiene una quota del 18% in PCCW. Secondo il giornale britannico i vertici della società cinese erano anche coloro che materialmente gestivano la partita della gestione delle basi britanniche.

Fatto rilevante e risaputo, le aziende cinesi sono obbligate per legge a "sostenere, assistere e cooperare" con l’intelligence statale della Repubblica popolare.

Ora gli esperti che si occupano di intelligence temono che i cinesi possano avere una "comprensione completa delle operazioni militari britanniche" e in parte anche di quelle della Nato. Le informazioni personali dei militari e le loro famiglie potrebbero essere utilizzate per ricattare le truppe al fine di conoscere i segreti di Stato.

Lo scandalo è così inquietante da aver fatto intervenire pubblicamente un'ex agente che si occupa sicurezza, Philip Ingram, che ha descritto il caso su The Mail on Sunday come una "miniera d'oro dell'intelligence", spiegando così il proprio sconcerto: "È scioccante che il Ministero della Difesa abbia permesso che ciò accadesse".

Anche l'ex leader conservatore Sir Iain Duncan Smith, che è anche co-presidente dell'Alleanza interparlamentare sulla Cina, si è sentito in dovere di parlare: "Questo è l'ennesimo vergognoso esempio da parte del governo di un completo e totale fallimento nel prendere sul serio la sicurezza".

Il Ministero della Difesa ha dichiarato: "Questo problema riguarda un contratto storico e un'organizzazione non più coinvolta con Media Force. Prendiamo molto sul serio la sicurezza delle informazioni e, con urgenza, indagheremo su come questo contratto è stato abilitato. Tutto il materiale sensibile sui dispositivi IT del Ministero della Difesa è protetto tramite crittografia, con le nostre informazioni più sensibili conservate su sistemi che non sono accessibili tramite Wi-Fi."

Anche Wifinity è intervenuta sulla vicenda: "Media Force è interamente di proprietà di Wifinity, una società indipendente con sede nel Regno Unito. Non vi è alcuna proprietà diretta o indiretta da parte di società associate allo stato cinese”.

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