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Cronache
Assistenti civici, costo di 4.789.872 €. Che cosa contiene l'ordinanza
Francesco Boccia

 

L’ordinanza che istituisce gli “assistenti civici”, già prima di essere pubblicata, ha generato uno scompiglio, sia tra le forze politiche, sia tra la gente comune, per il timore di vedere ingrossare la schiera di nuovi “ausiliari” che, pur senza alcuna concreta autorità, possa generare situazioni di tensione. Certamente non si tratta di disconoscere l’esigenza di rispettare le prescrizioni per il contenimento del contagio, ma si teme che la soluzione proposta non risulti adeguata e possa essere foriera di altri problemi. Peraltro, se l’intenzione dovesse essere confermata si otterrebbe il paradosso di vedere alcune zone della città presidiate per assicurare il divieto di assembramento, mentre altre, di solito periferiche, evitate anche dalle forze dell’ordine, in cui tutto rimarrebbe consentito, senza alcun divieto. Certamente il nostro territorio ha bisogno di presidio, ma ciò non riguarda solo sul fonte delle frequentazioni ravvicinate e della movida.

In ogni caso è stata sorprendente la reazione, sia politica che sociale, causata dalla diffusione del provvedimento, già in bozza.  Il documento diffuso, e non ancora pubblicato, è un’ordinanza a firma del Capo del Dipartimento della protezione civile ed è composto di tre articoli.

Il primo prevede che “i Comuni possono avvalersi dei soggetti denominati assistenti civici, per supportare gli stessi nell’attuazione delle misure di contrasto all’emergenza epidemiologica…”. Al netto della scelta linguistica dell’incipit, il testo che segue contiene alcuni aspetti che richiedono un necessario chiarimento. Si prevede, per esempio, che il Dipartimento della protezione civile attivi una procedura, su base volontaria, per individuare 60.000 volontari, disposti a prestare 16 ore settimanali e che i “gli eventuali criteri” per l’individuazione dei soggetti prescelti dovranno essere definiti dall’ANCI che garantirà il supporto ai Comuni per la gestione di ogni progetto.

Inoltre, si prevede che il fabbisogno, per ciascun Comune, sia individuato non dagli organi di indirizzo politico, ma con “determinazione dirigenziali”, quindi sulla base di una valutazione di un dirigente non meglio definito, a cui spetterà il compito di attivare con l’INPS le procedure per la copertura assicurativa. Già questo aspetto appare singolare, poiché si sottrarrebbe ai sindaci il compito di valutare le condizioni di emergenza che potrebbero determinare il ricorso a tali figure.

Il costo dell’operazione, così come previsto nell’articolo 2, sarebbe di 4.789.872,00, di cui 3.480.000,00 da ripartire ai Comuni, nel fondo di solidarietà comunale, sulla base di un elenco formato dall’ANCI, 1.279.872,00 da destinare all’INAIL per la copertura degli infortuni e 30.000 ad ANCI per l’attività di progettazione e supporto.

Come si può notare, il provvedimento non definisce in alcun modo quali siano le competenze di questa nuova figura. E non opera nemmeno alcuna analogia con altre che possano apparire simili. Questi “assistenti civici” avrebbero esclusivamente il compito di “assicurare il graduale rientro alle ordinarie condizioni di vita delle popolazione”. Ma è proprio questa indeterminatezza ad avere generato sospetti sull’acquisizione di nuovo personale “ausiliario” che, non avendo alcun potere effettivo, si troverebbe nella condizione di dovere mettere in atto azioni dissuasive che potrebbero esporli a situazioni di conflitto di non facile soluzione. E’ anche per questa ragione che il Viminale ha richiesto un ripensamento e maggiore cautela, ritenendo, opportunamente, che il presidio del territorio e l’ordine pubblico, siano affidati a persone specializzate e coordinate dalle autorità competenti.

In ogni caso, il provvedimento definito non ha ancora visto la luce. E c’è da augurarsi che l’attività di concerto e mediazione porti buoni frutti.

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