Cronache
Berlusconi condannato a 3 anni: "Comprò senatori per far cadere Prodi"


Condannati a tre anni l'ex presidente del consiglio, Silvio Berlusconi e l'ex direttore dell'Avanti, Valter Lavitola. Secondo i giudici del Tribunale di Napoli l'ex premier avrebbe pagato tre milioni di euro per convincere l'ex senatore Sergio De Gregorio a passare dal partito di Antonio Di Pietro a Forza Italia, dal centrosinistra al centrodestra per far cadere il governo di Romano Prodi.
Oltre alla pena di 3 anni, il collegio ha deciso anche una pena accessoria di 5 anni di interdizione dai pubblici uffici. Stessa sorte per Lavitola.
Era il 2007 e lo scandalo politico fu servito: De Gregorio fu eletto in commissione giustizia con i voti del centrodestra e voto' 'no' alla fiducia alla legge finanziaria. Un progetto politico battezzato 'Operazione liberta''. Poi la confessione di De Gregorio che ha permesso all'ex senatore di evitare il carcere e di patteggiare la pena ad un anno e otto mesi di reclusione: "Ho accettato un patto scellerato che non rifarei piu'". Un processo che ha visto sfilare numerosi politici dell'epoca, tra gli altri anche Romano Prodi che ha raccontato di non essere a conoscenza dei tentativi di "compravendita di senatori" da parte di Berlusconi.
"E' una sentenza clamorosamente ingiusta e ingiustificata". Ha commentato uno dei legali di Silvio Berlusconi, Niccolo' Ghedini, commentando a caldo la sentenza.
L'avvocato ha poi ricordato che il processo cadrà a breve in prescrizione.
Era il 27 giugno del 2013 quando al gip di Napoli Amelia Primavera fu assegnato il processo Berlusconi-Lavitola. Ci impiego' tre udienze e una camera di consiglio di tre ore per decidere il rinvio a giudizio di entrambi gli imputati il 23 ottobre di due anni fa. Un processo partito l'11 febbraio 2014 e durato un anno e mezzo; una intera sezione penale, la quarta collegio A, quasi del tutto 'paralizzata' per consentire lo svolgimento in tempi record il processo di primo grado. Un procedimento, comunque sia la sentenza di oggi, avviato su un binario morto dal momento che appare scontata la prescrizione a breve del reato di concorso in corruzione.