Bologna, giudice contro i consiglieri regionali. Caos su maternità surrogata - Affaritaliani.it

Cronache

Bologna, giudice contro i consiglieri regionali. Caos su maternità surrogata

Antonio Amorosi

Giudice del Tribunale civile di Bologna in prima linea per difendere il suo diritto di essere in una coppia gay anche papà di un figlio surrogato.

Pochi giorni fa in consiglio regionale a Bologna si sono consumate le prove generali di una vera e propria battaglia che disegnerà nuovi schieramenti e alleanze e farà saltare tutti gli schemi tra partiti e politici. Stiamo parlando della maternità surrogata, della GPA o gestazione per altri.

Quella situazione nella quale si chiede ad una donna di prestare il proprio utero e il proprio corpo per mettere al mondo un bambino, da parte di coppie omosessuali e non che vanno all’estero per diventare genitori perché in Italia è vietato.

 

La discussione ha assunti toni e ha provocato tali reazioni da condurre addirittura un giudice delTribunale civile di Bologna, Marco Gattuso, a fare una sorta di outing, e scrivere il suo punto di vista perché coinvolto personalmente, in una lettera aperta su Facebook al presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini. Pacatamente tuona : “Abbiamo letto con profondo stupore che i consiglieri della nostra Regione si appresterebbero a discutere un emendamento che assimilerebbe il modo in cui è nato nostro figlio a una forma di ‘violenza’ o una ‘lesione della dignità della donna’”.

 

I consiglieri di cui parla sono anche quelli del fuoco amico perché l’emendamento della discordia è a firma dell’ala cattolica del Pd Boschini-Paruolo che ha ottenuto il supporto dell’opposizione di centro-destra. I due dem sostengono che le attività finanziate dalla legge non dovrebbero andare a promuovere la maternità surrogata, in linea con quanto disse anni fa la Corte Costituzionale. L’emendamento, inserito nella Legge contro l’omofobia, ha spaccato trasversalmente associazioni che si occupano di diritti civili e partiti e alla fine è saltato non arrivando al voto nell’assemblea della Regione Emilia Romagna.

 

E il giudice continua: “… La scelta compiuta.. può essere condivisa o può essere discussa, ma l’assimilazione a una violenza assume un’inaccettabile connotazione ideologica,… Sentire parlare di ‘compravendita’ di bambini, offende, prima che noi e la dignità di nostro figlio, la stessa intelligenza di chi lo afferma”.

 

Il giudice si sente di non aver violato alcuna norma né italiana né americana: “Noi, come può immaginare, abbiamo fatto nascere nostro figlio nel pieno rispetto delle leggi italiane, che impediscono la GPA in Italia ma certo non all’estero, e delle leggi americane, dove la GPA è ritenuta, sin dal 1993, un esercizio della autodeterminazione della donna, avendo sottolineato la Corte Suprema californiana come il suo divieto sarebbe il «retaggio di quella impostazione giuridica e culturale che per secoli ha impedito alle donne di esercitare gli stessi diritti economici e di assumere gli stessi status degli uomini», dunque il retaggio di un pregiudizio patriarcale”.

 

Il giudice come racconta nella lettera, è papà di un bambino di 5 anni insieme al suo compagno con cui è unito civilmente. Il bimbo è nato in California grazie ad una gestazione per altre o GPA. Ci tiene a ribadire che: “Non vi è in America alcuna cessione di alcun bambino: la nostra gestante non è né ha mai voluto essere ‘madre’ di nostro figlio (con cui non ha alcun legame genetico) e anche quando lo aveva in grembo lo indicava ai suoi figli non come un loro fratello, ma come nostro figlio.”

 

La Corte europea dei diritti dell’uomo riferisce il giudice e papà “…ha anche affermato che la maternità surrogata comporta «rischi di abusi » («risques d’abus»): dunque non è un abuso in sé, ma può esserlo. I giudici della Corte europea pesano le parole, e ci stanno dicendo – con decisione presa all’unanimità – che in caso di GPA non vi è sempre lesione dei diritti fondamentali, ma può esservi il rischio di condotte abusive. Speriamo che il dibattito in Consiglio regionale si iscriva nel perimetro segnato dalla Corte europea dei diritti umani. È tempo che la politica si interroghi anche in Italia su una efficace e prudente regolamentazione della maternità surrogata, idonea a prevenire il pericolo di abusi.”

 

E infine facendo riferimento alla “simpatia, l’apertura e il grande cuore per cui tutto il mondo ci ama, e un po’ ci invidia” invita il presidente Bonaccini ad incontrarli per conoscere ambedue le famiglie, la sua e quella della madre surrogata californiana, per verificare di persona se esista o meno “lesione della dignità della donna”, visto che per una coincidenza quest’ultima si trova coi figli in vacanza a Bologna.

 

Paruolo è stato di recente attaccato da esponenti del movimento gay. Stefano Fassina (LeU) si è espresso a sostegno dei cattodem dell'Emilia Romagna: “Solidarietà a Paruolo, attaccato per l'emendamento sulla Gpa”.

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