Cronache
Camorra: arrestato boss del clan Orlando dopo latitanza dorata di 15 anni
E' stato individuato e catturato dai Carabinieri il boss di camorra Antonio Orlando, latitante da 15 anni
Camorra: arrestato boss del clan Orlando, latitante da 15 anni
E' stato individuato e catturato dai Carabinieri il boss di camorra Antonio Orlando, latitante da 15 anni e inserito nell'elenco dei ricercati piu' pericolosi d'Italia. Orlando, 60 anni, e' stato prelevato nel suo covo in un appartamento a Mugnano, nel Napoletano. E' ritenuto il reggente del clan Orlando-Nuvoletta-Polverino nato dalla 'federazione' di tre gruppi tra i piu' potenti nell'hinterland a nord del capoluogo campano, decimato dagli arresti. I militari dell'Arma gli hanno notificato due ordinanze di custodia cautelare in carcere per associazione a delinquere di stampo mafioso emesse dal gip su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia.
A Mugnano Antonio Orlando si era rifugiato da pochi giorni ed era in procinto di cambiare nuovamente nascondiglio. Era cosi' da 15 anni, perche' Antonio ''o mazzolino', come era soprannominato, non dava molti appigli agli investigatori. Ha gestito e organizzato una latitanza 'dorata' grazie alla capacita' economica che ha accumulato negli anni: traffici di droga con un canale privilegiato dal Marocco, da dove arrivano tonnellate di hashish di alta qualita' con il marchio 'iphone', e riciclaggio di ingenti quantita' di denaro. A raccontare l'ascesa del clan Orlando dagli anni 90 fino al 2010, quando sono diventati i 'padroni' dell'area nord di Napoli, e' il pentito Roberto Perrone, che negli anni ha gestito il traffico di droga proveniente dalla Spagna, con i Nuvoletta prima e con i Polverino poi. In un verbale datato 4 aprile 2016, il killer fidato di 'Peppe 'o barone' racconta agli inquirenti, per la prima volta, di come gli Orlando furono costretti alla fine degli anni 90 a scegliere tra i Nuvoletta, con cui erano legati da vincoli di parentela, e i Polverino il cui potere era in evidente ascesa. Il gruppo degli Orlando era legato sia alla famiglia Nuvoletta, per rapporti familiari, sia al gruppo Polverino.
Camorra: sauna e palestra, la latitanza dorata del boss Orlando
Quella di Antonio Orlando, 60 anni, a capo del clan Orlando-Nuvoletta-Polverino, era una latitanza dorata. Nella villetta di Mugnano, strategica perche' a poca distanza dal feudo della cosca a Marano, ma anche vicina ad assi viari di comunicazione, dato che era un covo temporaneo, il boss aveva ogni genere di comfort, soprattutto quelli necessari a mantenersi in forma, come un tapis roulant, una doccia solare e una sauna, nella mansarda dell'appartamento che occupava in una palazzina a tre piani in una zona residenziale e tranquilla. Un covo provvisorio, nel quale non mancava anche il rifugio segreto. Infatti, sotto la seduta della sauna, si apriva una botola che conduceva a un incavo cieco. Un modo per sottrarsi a eventuali controlli, anche se solo temporaneamente, e che pero' necessitava di una seconda persona nell'appartamento, perche' il meccanismo di chiusura poteva essere azionato solo dall'esterno. I Carabinieri hanno sequestrato anche 6mila euro in contanti, molti documenti e lettere, una parte dei quali, il capoclan ha anche tentato di bruciare. Tra quelli che stavano per essere avvolti dalle fiamme, la carta d'identita' con la foto del sessantenne ma i dati e le generalita' di un'altra persona. Secondo gli investigatori, proprio le lettere, i "pizzini", erano la sua modalita' di comunicazione con il mondo esterno, in questi lunghi anni di latitanza, protetti da una fitta rete tessutagli attorno dalla cosca. Antonio Orlando e' uno stretto parente dei Nuvoletta, come tutta la sua famiglia, dato che una Orlando ha sposato il capo clan dei Nuvoletta, l'unico gruppo camorristico campano federato con Cosa nostra e fortemente legato ai Corleonesi. Sequestrati anche due telefoni nella disponibilita' di Antonio Orlando.
In una prima fase, fino agli anni '90, il gruppo Orlando operava criminalmente sia nel settore dell'hashish che nelle estorsioni ed anche per gli omicidi. Dopo gli anni '90, il gruppo Orlando fu costretto a fare una scelta, come gia' raccontato, perche' sorsero dei contrasti tra Polverino e Nuvoletta per uno schiaffo che Peppe Polverino detto Barone diede a Nuovoletta Antonio o Lepre, questo determino' una scissione tra i Nuvoletta e i Polverino , rispetto ai quali gli Orlando dovevano prendere una decisione e su indicazione di Armando Orlando detto Tamarro, cugino dell'odierno latitante, si schierarono dal lato dei Polverino". Alla fine degli anni 90 quindi gli Orlando scelgono di appoggiare Peppe Polverino e vengono riconosciuti dal capo clan come un gruppo autonomo, che continuera' ad occuparsi dello spaccio di hashish a Marano, Quarto e Calvizzano. Da spacciatori di ultimo livello entrarono nel cerchio del potere fino all'arresto di Giuseppe Polverino in Spagna, il 9 marzo 2012. A quel punto scelsero di "girarsi con i Nuvoletta" e riuscirono a prendersi tutta Marano: era il 2005 e Antonio ''o mazzolino' scappava gia' da tre anni.