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Cronache
Campania, De Luca stocca i rifiuti a ridosso di oasi naturalistica. Proteste

Pasticci all’Italiana. I rifiuti spediti in Tunisia ritornano in Italia per essere stoccati in un oasi naturalistica e alimentare

Un’oasi naturalistica del WWF, la food valley che dà insalate e rucola pronte in busta a tutta Europa (la chiamano Bonduelle valley perché si producono con coltivazioni bio e hitech il 60% delle insalate in busta) e una miriade di caseifici stile ranch texani che forse producono la mozzarella di bufala migliore al mondo, di fianco la Regione Campania di Vincenzo De Luca decide di stoccare 6.000 tonnellate di rifiuti non riciclabili e potenzialmente pericolosi che l’Italia si è rimpallati per 2 anni con la Tunisia.

E’ la storia di 282 container partiti dalla Campania nel 2020 verso l’Africa, e che dopo contenziosi e indagini attendono in queste ore nel porto di Salerno per essere poi caratterizzati e stoccati nella base militare di Persano (Comune di Serre), dove da giorni la popolazione e i sindaci della Piana del Sele sono in presidio permanente.

L’intrigo internazionale e le proteste dei sindaci salernitani

“E’ tutto parte di un intrigo internazionale. Parliamo di rifiuti che dopo un anno si modificano e vanno ricaratterizzati e possono diventare altamente pericolosi”, spiega il sindaco di Serre Franco Mennella, “il rifiuto catalogato 191212 dopo un anno si può modificare e diventare altamente pericoloso”.

Infatti ciò che colpisce è proprio il non senso della decisione delle istituzioni nazionale e della Regione Campania, di collocare un deposito del genere all’interno di un’area immune dal classico cliquet Campania uguale rifiuti. Infatti non siamo nella classica situazione “non portateli a casa mia”. Non è credibile non vi fossero siti già inquinati e utilizzati in Regione per lo scopo tanto da scomodare un’oasi naturalistica.

69 dei container sono andati a fuoco in Tunisia in circostanze non del tutto chiare, quindi ne restano in campo 213. “Perché portarli qui? E’ una vicenda che mostra tutta la scorrettezza istituzionale nei riguardi di questo territorio”, ha affermato il sindaco di Serre Franco Mennella.

“E’ stato fatto tutto a nostra insaputa”, ha spiegato Mennella ad Affaritaliani.it.

Ci sono quindi degli accordi tra la Regione di De Luca, la provincia di Salerno e l’Ente di ambito? (chiediamo)

“C’è un accordo fatto dall’Ente d’ambito, un delibera di giunta regionale in cui è stato approvato lo schema dell’accordo che ancora non è firmato, ma dovrebbe essere firmato oggi… è stato pubblicato sul Burc (Il Bollettino Ufficiale della Regione Campania, ndr) di ieri”.

Ma che senso ha collocare dei rifiuti del genere di fianco a delle eccellenze alimentari e naturalistiche?

“Siamo così arrabbiati che non sappiamo cosa fare se non opporci a questa scelta scellerata”.

Ma dove è la la ratio di questa decisioni... nella testa di De Luca? Chiedo per capire…

“Non lo so, non lo so. Certo è che questa società che gestiva i rifiuti aveva un’autorizzazione regionale, non aveva certo altri tipi d’autorizzazione. La gestione è di questa impresa privata, SRA, che era autorizzata dalla Regione. Questo è un dato di fatto”.

Il caso dei rifiuti spediti in Tunisia e ritornati in Italia, finiti a ridosso dell’oasi naturalistica

I rifiuti partiti dalla Campania sono finiti al centro di uno scandalo politico in Tunisia che ha portato anche all’arresto dell’ex ministro dell’Ambiente Mustapha Aroui e di diversi funzionari dello Stato. La scelta della Tunisia era stata adottata perché si riteneva che le procedure di riciclo in Tunisia fossero più economiche e convenienti. Poi i rifiuti non sono mai stati riciclati, anzi si sono fermati nel porto di Sousse in Tunisia e infine sono ritornati in Campania.

In Italia ci sarebbero due inchieste giudiziarie aperte, a cura della Direzioni Distrettuali Antimafia di Salerno e di quella di Potenza, competente per il Vallo Di Diano, dove ha sede la società campana SRA. Anche la Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, presieduta da Stefano Vignaroli (M5S), ha dato il via a delle audizioni sull’accaduto.

Ma la retromarcia sarebbe frutto di accordi istituzionali tra il ministro degli Affari Esteri Luigi Di Maio e il presidente tunisino Kais Saied. E poi a inizio anno tra il governatore della Campania Vincenzo De Luca e l’ambasciata tunisina a Roma. L’Ansa ha rilanciato nelle scorse giornate l' accordo di cooperazione istituzionale tra Italia e Tunisia, firmato lo scorso 11 febbraio e che “rappresenta il completamento del processo di consultazione tra Tunisia e Italia, che risale al 2020”, si legge in una nota del ministero tunisino che definisce anche “gli impegni che competono a ciascuna delle parti in merito al rimpatrio in Italia, in primo luogo, di 213 contenitori di rifiuti, attualmente stoccati presso il porto di Sousse”. “Proseguiranno in seguito le consultazioni, per la finalizzazione della restituzione dei rifiuti italiani rimanenti situati in un magazzino a Mourredine (delegazione di Msaken, Sousse) a seguito di un incendio”.

Quando le dogane tunisine scoprirono i rifiuti vennero aperte in Tunisia un'indagine amministrativa e poi una penale. Finirono indagate 26 persone per corruzione, compresi i funzionari della dogana e l'ex ministro dell'Ambiente, Mustapha Aroui, che venne arrestato. Sei persone sono ancora in custodia cautelare in carcere, mentre il manager dell'azienda importatrice risulta in fuga. Ma l’iter giudiziario sia in Tunisia che in Italia è ancora in alto mare.

Sindaco Mennella, anche in passato sono arrivate temporaneamente ecoballe nel sito di Persano che poi non sono state smaltite... sono rimaste lì. Corrisponde al vero? Mennella: “Si stanno rimuovendo”.

Cosa farete ora per opporvi all’arrivo dei rifiuti?

Mennella: “Seguiremo tutte le vie legali e protesteremo pacificamente per fermare questo scempio, per scongiurare l’arrivo dei container, in questo momento ancora nel porto di Salerno, e di cui non sappiamo nulla. Dobbiamo preservare le eccellenze e la qualità che si sono prodotte negli anni in queste nostre bellissime zone”.

Tra i Comuni di Serre, Altavilla Silentina, Eboli, Campagna, Buccino e paesi limitrofi si è sollevata la protesta contro la scelta incomprensibile delle Regione Campania. La gente sta scendendo in piazza in presidio permanente per far sentire il proprio dissenso.

Intanto sono queste le dichiarazioni del governatore De Luca ai giornali locali: “Abbiamo deciso, con la collaborazione del ministero della Difesa, di usare il sito di Persano per uno stoccaggio provvisorio. A Persano entro 6 mesi togliamo tutti i rifiuti di mezzo, anche quello che è rimasto delle vecchie ecoballe… Delle 6000 tonnellate di rifiuti che vengono dalla Tunisia il 10% deve essere sottoposto a monitoraggio a campione, servirà un impianto provvisorio per fare questo controllo, verificare che non ci siano rifiuti tossici. Non ce ne sono, ma bisogna fare comunque i controlli. Poi faremo la gara, sempre noi su delega del ministero dell'Ambiente, per smaltire completamente anche queste 6mila tonnellate”.

 

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