Capalbio libri, da Meloni al jazz: identità, ideologie e contaminazioni culturali - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 16:38

Capalbio libri, da Meloni al jazz: identità, ideologie e contaminazioni culturali

Il festival apre con il saggio di Mirella Serri, che indaga le ambiguità della premier tra sovranismo e atlantismo. Chiusura in musica con la lectio del musicologo Stefano Zenni sulla natura fluida e contaminata del jazz

di Redazione

Da Meloni al jazz: il festival di Capalbio tra politica e cultura afroamericana

Nero indelebile (Longanesi). E' questo il titolo, inequivocabile, dell'ultimo saggio di Mirella Serri, che ieri sera è stato protagonista del primo appuntamento della serata di Capalbio Libri, insieme a Bruno Manfellotto, giornalista che ha dialogato con l'autrice. "Un libro denso, ricco e molto documentato - ha spiegato Manfellotto al pubblico -. Il tema è chiaro: sin dal giuramento della Meloni, ci siamo chiesti: bisogna tenere alta la guardia? La Serri in questo saggio fa un grande lavoro: truisce il pantheon dei militanti della destra, la formazione politico culturale della Meloni, racconta l'impresa delle organizzazioni giovanili, ricorda i rapporti con Putin, denuncia le sue ambiguità politiche...". "I problemi sono tanti. -

Così la Serri ha risposto e dato il via alla sua presentazione. - Basti pensare che sulla ricorrenza della strage di Bologna del 2 agosto, ha evitato di usare le parole di Mattarella, vale a dire: "si tratta di una strage compiuta per mano dei neofascisti", ha invece detto "Sì, la magistratura si è espressa, ma noi dobbiamo cercare altre verità". Anche se lei, aggiungo, conosce tutti i condannati perché arrivano da Colle Oppio. E questo libro racconta la storia di Meloni proprio a partire da Colle Oppio, fino ai nostri giorni e tutta la serie delle sue duplicità, che potremmo chiamare falsità." E in tutto questo, la sinistra? "La sinistra purtroppo non ha presente abbastanza quanto ci sia dietro un'ideologia che porta Meloni da una parte a essere sovranista, dall'altra a fingere di essere europeista e atlantista perché le servono i soldi del PNRR. Nel libro non dico assolutamente che lei non può rinunciare alla sua identità, ma faccio i conti con chi la segue: e lei ha un elettorato attaccato a questa identità, ha una visione politica. Ricordiamoci che la sua ideologia è maturata sulle ideologie neofasciste maturate in Francia negli anni 60 e 70".

Lectio di Jazz a Capalbio. La serata di Capalbio Libri ieri si è conclusa con una lectio di Stefano Zenni, uno dei maggiori musicologi italiani. Insegna Storia del jazz e delle musiche afroamericane al Conservatorio di Bologna ed è direttore artistico del Torino Jazz Festival. Tra musica, slide e parole ha attraversato la storia del Jazz dalla sua nascita, grazie al suo libro “Storia del jazz. Una prospettiva globale”, edito da Quodlibet Chorus.

"La parola jazz è associata alla fisicità, alla sessualità, all'energia corporea - ha subito spiegato - E' di origine sportiva e appare all'inizio del '900 su riviste sportive in California riferite a giocatori di football particolarmente estrosi e brillanti. Non sappiamo bene come qualche anno dopo questa parola sia stata legata alla musica, ma l'energia è sicuramente una caratteristica in comune con lo sport. Jazz: che musica è, dunque? Come spiegarla? "Non esiste un solo Jazz, e un solo stile. Tutto è il risultato di contaminazioni, ibridazioni... Non esiste un'essenza del Jazz: è un postit, un'etichetta gialla che le persone, intellettuali, musicisti, operatori, appiccicano a determinate musiche che i musicisti fanno... Di fatto siamo noi che, mentre la musica cambia, decidiamo di riconoscerla come parte della tradizione jazz".

Tra i nomi femminili su cui si è soffermato il professor Stefano Zenni: Camille Nickerson (1888-1982), compositrice di New Orleans, nota per la sua attenzione alla musica e alla cultura creola della Louisiana, poi divenuta membro attivo della National Association of Negro Musicians e che insegnò alla Howard University. Yvonne Busch che ha suonato la tromba e ha fatto tournée con la band tutta al femminile della scuola Swinging Rays of Rhythm. E Hazel Scott, bambina prodigio, che creò il suo sound, grazie alla sua capacità di rimaneggiare i classici di Bach o Mozart.