Cronache
Cardioaspirina contro infarti e ictus? Più danni che benefici in 1 caso su 3

Ricorrere contro le aspirinette per scongiurare i rischi di infarto e di ictus può riservare brutte sorprese. Nel 30% dei casi più danni che benefici
Aspirinette? Sopra i 60 in un caso su tre rischiano di provocare emorragie interne
Ricorrere all'aspirinetta può riservare brutte sorprese. Soprattutto dopo una certa età. Lo sostiene una ricerca di Panorama anticipata oggi da La Verità. Secondo l'inchiesta, infatti, in un caso su tre la cardioaspirina non solo non porta benefici ma aumenta i rischi di emorragie intestinali. "Colesterolo o pressione alti da soli non ne giustificano l'uso, dicono nuovi studi Usa che vedono insorgere problemi soprattutto in pazienti che la assumono a scopo preventivo".
Eppure, scrive Panorama, i medici la prescrivono di frequente ai pazienti considerati a rischio cardiovascolare perché contiene un acido che dovrebbe prevenire l'insorgere di infarti o ictus. Ma sempre secondo Panorama non è così. O almeno, non in tutti i casi. "La decisione di iniziare l'uso di aspirina a basso dosaggio per la prevenzione primaria di CVD negli adulti di età compresa tra 40 e 59 anni che hanno un rischio di CVD a 10 anni pari o superiore al 10% deve essere individuale. Le evidenze indicano che il beneficio netto dell'uso dell'aspirina in questo gruppo è limitato. Le persone che non sono a rischio di emorragia e che sono disposte ad assumere quotidianamente un'aspirina a basso dosaggio hanno maggiori probabilità di trarre beneficio", scrive la Us Preventive Services Task Force.
Ancora peggio per gli over 60. "L'USPSTF raccomanda di non iniziare l'uso di aspirina a basso dosaggio per la prevenzione primaria di CVD negli adulti di 60 anni o più", si legge nel summary del report. Anche perché aumentano notvolmente i rischi di sanguinamenti ed emorragie interne. Pensare che negli Usa circa un terzo degli over 40 assume regolarmente cardioaspirine. Questo può far capire l'alta densità di rischio che esiste negli States. Ma non solo, visto che si tratta di un farmaco diffuso anche in Europa e in Italia".
I numeri di prescrizioni sono troppo alti anche in Italia. Lo dice il cardiologo dell'Università La Sapienza di Roma, Sebastiano Di Somma, a Panorama come riporta la Verità: "C'è stato un eccesso di prescrizione in pazienti che avevano solo colesterolo alto o ipertensione". Le linee europee sono invece più restrittive e prendono maggiormente le distanze da un utilizzo iper diffuso della cardioaspirina. Gli esperti consigliano di utilizzare meno aspirinette e seguire una dieta più precisa e più sana, facendo magari un po' di esercizio fisico e svolgendo controlli regolari.