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Caso Boccia, il direttore di Dagospia citato in giudizio per diffamazione aggravata per mezzo stampa contro Sangiuliano. Che cosa rischia D'Agostino
Il direttore di Dagospia rischia da sei mesi a tre anni di reclusione, oppure una multa, oltre al risarcimento danni nei confronti dell’ex ministro. Il processo inizierà il 12 dicembre

D'Agostino citato a giudizio per diffamazione aggravata a mezzo stampa nei confronti di Sangiuliano (caso Boccia)
Un anno dopo lo scandalo che ha travolto l’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, il caso torna al centro dell’attenzione mediatica. A finire sotto accusa, questa volta, è Roberto D’Agostino, direttore di Dagospia, testata online che per prima aveva rilanciato la vicenda.
Secondo quanto ricostruito da Mowmag, il giornalista è stato citato a giudizio dalla Procura di Roma con l'accusa di diffamazione aggravata a mezzo stampa ai danni dello stesso Sangiuliano, che oggi risulta parte lesa. Tutto nasce da un articolo pubblicato da Dagospia nell’agosto 2024, intitolato “Genny il fenomeno”, in cui si dichiarava che Maria Rosaria Boccia fosse stata ammessa a un tavolo tecnico del Ministero della Cultura, in pieno Ferragosto, presso la Sala della Crociera. A supporto della tesi, una foto dei partecipanti. Ma l’immagine non mostrava Boccia, bensì la direttrice generale del ministero, Marina Giuseppone. L’articolo è stato poi rimosso, ma l’errore è costato caro: la Procura ha deciso di procedere contro D’Agostino.
La vicenda è iniziata esattamente un anno fa, quando il sito Dagospia pubblicò un’inchiesta sulla relazione, professionale e personale, tra Sangiuliano e la stessa Boccia. Un’esposizione mediatica che portò l’allora ministro a dimettersi. Seguirono le indagini della Procura di Roma e del Tribunale dei Ministri, che accusarono Sangiuliano di peculato e rivelazione di segreti d’ufficio, per aver accompagnato Boccia in alcuni viaggi istituzionali (tra cui uno a Pompei) e — secondo l’ipotesi investigativa — averle mostrato documenti riservati. Un filone, tuttavia, che si è chiuso nei mesi scorsi con l’archiviazione definitiva di tutte le accuse, su richiesta della Procura, per infondatezza della notizia di reato.
Oggi Sangiuliano è corrispondente Rai da Parigi, in un temporaneo “esilio” dalla scena politica, con la prospettiva di un possibile ritorno alla direzione del Tg1. Diversa la situazione, invece, di Maria Rosaria Boccia, ancora in attesa di giudizio. I reati contestati nei suoi confronti sono molteplici: stalking aggravato, interferenze illecite nella vita privata, lesioni, diffamazione e falsa dichiarazione sul proprio curriculum.
Il processo a Roberto D’Agostino inizierà il 12 dicembre davanti alla giudice Maria Rosaria Brunetti, sezione decima penale del Tribunale di Roma. Il direttore di Dagospia rischia, in caso di condanna, da sei mesi a tre anni di reclusione, oppure una multa, oltre al risarcimento danni nei confronti dell’ex ministro.
Contattato da Mowmag, D’Agostino ha scelto di non rilasciare dichiarazioni. Alla domanda se abbia intenzione di scusarsi per l’errore, ha risposto: “Parlate con lui (Sangiuliano), io che ve devo dì? Si andrà a processo, non c’è molto da aggiungere.”