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Cronache
Catanzaro, chiude il Sant'Anna Hospital: ma non c'era l'emergenza sanità?

La vicenda del S. Anna Hospital di Catanzaro (centro cardiochirurgico certificato da AGENAS) parte il 24 Dicembre 2020, l'ASP di Catanzaro decreta la chiusura "causando la perdita di lavoro per oltre 300 dipendenti", afferma Alessandro Testa, cardiochirurgo del S.Anna Hospital. Diverse iniziative sono state portate avanti dai 300 dipendenti e non solo, ma nessuna di queste ha avuto esito positivo. Considerata un'eccellenza cardiochirurgica del Sud Italia, S. Anna Hospital è destinata a chiudere per sempre.La struttura esegue annualmente circa 3.000 interventi dei quali 800/900 cardiochirurgici.

Sarebbe tutto nato da un cortocircuito burocratico. "Il 23 di dicembre abbiamo ricevuto una disposizione da parte dell’Azienda Sanitaria Provinciale con la quale ci veniva impedito di rendere prestazioni per il Servizio Sanitario Regionale", ha riferito a Fanpage Giovanni Parisi, presidente del CdA di Villa S. Anna Spa. Questo ha comportato per noi, l’obbligo di sospendere tutti i ricoveri e di non dare la possibilità a circa 300 persone, che erano in lista d’attesa di sottoporsi a interventi salvavita".

Il S. Anna Hospital, accreditato con la Regione nel 2012, alla scadenza dei 3 anni, ha presentato richiesta di rinnovo. Richiesta mai evasa - come spiega Fanpage - con tanto di rimpallo di responsabilità tra enti. "Abbiamo subito fatto ricorso al TAR contro il provvedimento – aggiunge il presidente Parisi -, e alla data del 26 gennaio, il tribunale si è espresso dichiarando l’illegittimità del provvedimento ed annullandone gli effetti. L’Asp non ha però cambiato atteggiamento". Un qualcosa di inspiegabile con ricadute gravi sulla salute dei calabresi. L'azienda sanitaria si è rivolta anche ad Affaritaliani.it, inviandol'appello spedito al presidente della Repubblica Mattarella e che Affari pubblica

"Il cortocircuito istituzionale che noi abbiamo più volte rappresentato è avvenuto tra ASP e Regione – spiega ancora Parisi -. Tutte le altre cliniche e le altre strutture private accreditate si trovano nelle medesime condizioni del S. Anna e cioè con un accreditamento in corso di rinnovo".

Per il 2020, però, il S. Anna non ha ricevuto un solo euro, a fronte di spese pari a 24 milioni di euro. "Siamo stati costretti – afferma – ad attivare la Cassa Integrazione per i dipendenti, mentre per quanto riguarda i fornitori, purtroppo, non abbiamo potuto onorare le scadenze di fine anno".

 

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