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Cronache
Clima, Wwf: "Siccità estrema già gravissima, fenomeni sempre più frequenti"

Clima, Wwf: "Siccità estrema già gravissima, la rinaturazione del Po è fondamentale"

L'allarme del Wwf è chiaro e deciso, anche se non è la prima volta che toni così forti vengono usati in relazione al clima: la siccità che sta colpendo il bacino padano da oltre tre mesi non è un unicum, ma fenomeni simili saranno sempre più frequenti, confermando una tendenza già in atto da una ventina d'anni almeno.

Già nel 2003 e nel 2006, per esempio, la zona ha sofferto siccità particolarmente eccezionali, ma quello che è cambiato ora, spiega il Wwf, è il periodo dell'anno: in genere succede in estate, mentre ora ci affacciamo alla primavera già con una carenza d’acqua impressionante.

Sono previste piogge, e qualche debole precipitazione c’è già stata, ma non sarà facile colmare il deficit che si è creato, dobbiamo peraltro sperare che le precipitazioni non si verifichino tutte insieme, concentrate in pochi giorni o poche ore, o in alcune zone, come è avvenuto spesso in questi ultimi anni, con danni incalcolabili al territorio e all’economia locale.

Questo è l'allarme del Wwf, che in un comunicato sottolinea come una delle aree più densamente popolate del nostro Paese passi ormai da una crisi idrica all’altra, da prolungate siccità a eventi alluvionali violenti. Si tratta di facce della stessa medaglia, afferma. Gli effetti del cambiamento climatico si stanno abbattendo su un territorio estremamente vulnerabile, caratterizzato da fiumi ridotti a canali, senza più quelle fasce riparie indispensabili per attenuare le sollecitazioni più estreme. Boschi ripariali e zone umide perifluviali (lanche, rami laterali dei fiumi) costituiscono una vera e propria “spugna” per il fiume: tendono a trattenere l’acqua e a permettere le ricariche delle falde durante le piene e a rilasciarla progressivamente durante l’anno contribuendo a ridurre le conseguenze dei periodi forte siccità.

Il progetto di rinaturazione del Po del Wwf

In questo contesto il progetto di rinaturazione del Po, proposto da WWF e ANEPLA, al Ministro della transizione ecologica e inserito nel PNRR è di fondamentale importanza. Lo stesso premier Draghi ha recentemente sostenuto che “interveniamo per riattivare i processi naturali e favorire il recupero della biodiversità in tutta l'area del Po, lungo tutto il suo corso. È un progetto importante, a cui destiniamo 360 milioni”, ma è soprattutto una vasta e innovativa azione di adattamento ai cambiamenti climatici.

Si tratta dell’azione più importante di ripristino fluviale in Italia ed è l’occasione per promuovere una gestione dei fiumi nuova e coerente con le direttive europee (“Acque”, “Alluvioni”, “Habitat” e “Uccelli”) e la Strategia Europea della Biodiversità per il 2030.

Attualmente la governace è affidata, a seguito di uno specifico Accordo di programma, a una Cabina di Regia formata dal Ministero della Transizione Ecologica, dall’Autorità di bacino distrettuale del Po, da AIPO e dalle Regioni; l’Autorità di bacino si sta occupando del coordinamento e della redazione del Programma d’azione e AIPO si occuperà della fase esecutiva di realizzazione degli interventi. Si è in un momento cruciale perché entro aprile dovrebbe essere pronto il Programma d’azione, nel quale saranno inserite le schede di dettaglio degli oltre 50 interventi previsti lungo il Po.

Il Wwf "esprime preoccupazione per la mancanza, ad oggi, di un’adeguata informazione al territorio sullo stato e sull’evoluzione del progetto, soprattutto per la mancanza di un coinvolgimento dei Comuni dove saranno realizzati gli interventi di riapertura dei rami laterali del fiume, di abbassamento dei pennelli idraulici, di riforestazione e di controllo della vegetazione invasiva alloctona.

La proposta di WWF e ANEPLA, che attualmente non hanno alcun ruolo nella gestione del progetto, prevedeva come previsto dalla Direttiva Quadro acque (art.14, Dire 2000/60/CE) un forte coinvolgimento del territorio, coerentemente con quanto previsto nei percorsi dei MAB Unesco presenti lungo il Po (“Colline piemontesi”, “Po Grande” e “Delta Po”).

La mancanza di tale passaggio nell’avvio del progetto potrebbe portare a una mancanza di integrazione con le politiche locali e soprattutto a uno scollamento con il territorio e con i processi partecipativi in corso nell’ambito dei MA". "Anche alla luce della drammatica situazione cui assistiamo in questi giorni - prosegue il comunicato - il WWF chiede che venga garantito il miglior percorso possibile all’implementazione del progetto, tramite un immediato coinvolgimento delle amministrazioni comunali e di tutti gli stakeholders interessati, affinché possano contribuire a una più completa e condivisa stesura del Piano d’azione e, infine, che il Comitato scientifico sia immediatamente costituito e coinvolto nella valutazione della proposta di programma d’azione del progetto di rinaturazione del Po". 
 

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