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Cronache
Cognati uccisi a Sant’Antimo, la sub cultura della prevaricazione a ogni costo
Luigi Cammisa e Maria Brigida Pesacane

I cognati uccisi dal suocero e il delitto di Senago, due casi che hanno in comune un egoismo accecante 

Nel giorno in cui a Sant’Antimo, il paese in provincia di Napoli terra d’origine di Giulia Tramontano, si teneva la fiaccolata in suo ricordo con migliaia di persone che sfilavano in silenzio, si è consumato un terrificante duplice omicidio: un uomo avrebbe prima ucciso la nuora a colpi di pistola davanti ai suoi figli di due e quattro anni, e poi avrebbe ammazzato anche il genero sparandogli ben sette volte.

Subito dopo si è costituito alle forze dell’ordine, confessando il primo delitto, mentre sul secondo dice di non ricordarsi nulla. Ma il movente lo ricorda benissimo: li avrebbe uccisi perché, secondo lui, avevano in relazione clandestina. Non si sa quali siano gli elementi che lo abbiano indotto a tale convincimento, ma lui è sicuro di questa liaison tra i cognati che avrebbe sfregiato non solo la reputazione della famiglia, bensì anche quella dei suoi due figli. 

LEGGI ANCHE: “La strage di Napoli? Figlia del patriarcato”: la tesi di Perrino a Ore 14

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