Conclave c'è l'accordo: gli Usa pronti a sostenere un Papa che potrà e dovrà andare in Cina. Chi è - Affaritaliani.it

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Conclave c'è l'accordo: gli Usa pronti a sostenere un Papa che potrà e dovrà andare in Cina. Chi è

Bastano 20 voti per chiudere la stagione del “pericolo Cina” e dare nuovo peso internazionale alla Chiesa di Roma. Parolin nuovo Wojtyla

Conclave c'è l'accordo: gli Usa pronti a sostenere un Papa che potrà e dovrà andare in Cina. Chi è

Il toto Papa, la pratica laica che appassiona il mondo in questi giorni di pre Conclave, potrebbe avere una svolta. Non c'è ufficialmente il nome del nuovo Pontefice ma l'identikit sul quale far convergere i voti dei 15 cardinali americani, a loro volta divisi tra vicini a Trump e “freddi” nei confronti del presidente.

L'unità degli americani di fronte all'evangelizzazione della Cina

Proprio i 15 porporati americani, potrebbero ritrovare l'unità di fronte a un obiettivo storico come “quello di portare il Vangelo al miliardo e 411 milioni di cinesi, in una terra dove il Confucianesimo del ceto colto imperiale ha sempre acuito e propagandato la sottomissione tra uomini e donne”. La “soffiata” su una Chiesa di Roma nuovamente impegnata nella geopolitica, rompendo lo schema di Francesco, vicino alla gente” arriva da ambienti diplomatici: inviati delle Cancellerie mondiali, rimasti a Roma dopo il funerale di Francesco, per seguire da vicino il Conclave e relazionare ai propri Paesi.

L'ipotesi piace ai Gesuiti tedeschi

L'ipotesi Cina, piace anche ai Gesuiti tedeschi, i veri sostenitori dell'Obolo di San Pietro che, con un Papa proiettato universalmente e alla ricerca di un peso internazionale simile a quello di Giovanni Paolo II, si vedrebbero immersi in una nuova “crociata moderna” per portare il nome di Gesù e il suo Vangelo.

I conti per il quorum a 88 voti

Ma come raggiungere il quorum di 88,6 elettori? Se il nome del Papa “crociato” fosse quello del veneto Parolin, si potrebbe partire dai 53 europei, più i 37 americani ricompattati dallo scenario che potrebbe introdurre tensioni religiose all'interno della Cina di Xi Jinping, e si arriverebbe a 90 cardinali “schierati”, con il quorum che consentirebbe anche di sopportare due dissidenti. Nello schema entrano in gioco i 23 cardinali asiatici, i 18 africani e i 4 dell'Oceania che potrebbero portare il candidato ad avere quasi l'unanimità, salvo defezioni "politiche".

Il teologo don Maurizio Gronchi conferma la "missione cinese"

La conferma della “missione cinese” arriva anche da Don Maurizio Gronchi, il teologo pisano sempre ben informato che, senza pronunciare il nome del cardinale Pietro Parolin, afferma senza mezzi termini ai microfoni di Spin Doctor, la trasmissione radiofonica condotta da Luigi Crespi: “La missione è di arrivare dove nessuno è mai riuscito a penetrare e dove i cristiani sono pochi. Conosciamo bene la vitalità del Paese e la sottomissione del Confucianesimo che abbraccia molte culture. Per i cristiani c'è pari dignità tra uomini e donne e un Vangelo che dialoga è la nuova frontiera. In Cina c'è una popolazione immensa che può scoprire il Vangelo”.

Nessun nome ma un profilo "perfetto"

Ma sul nome don Gronchi tace: “Il profilo è di un uomo che sappia dialogare con tutti, la strada è aperta e deve proseguire. Il Medio Oriente è difficile, già è difficile entrare a Gaza, figuriamo dialogare con Ebrei e Palestinesi. Chi ha 20 voti aiuterà a trovare un volto coraggioso e che faccia i passi adeguati per mantenere la fiducia nei vescovi e nei sacerdoti che si sono sentiti in disparte

A Parolin bastano 20 voti

E il profilo è quello del sottosegretario di Stato, Pietro Parolin: 70 anni, esperienza internazionale e studioso del “Committee on The Present Danger: China (CPDC), l'uomo di Centro che potrebbe dare la svolta alla Chiesa di Roma, aprendo il dialogo con la Cina e trasformarla da pericolo ad opportunità evangelica. A Parolin basterebbero 20 voti.

I tempi: venerdì 9 maggio è il giorno giusto

Tempi? L'extra omnes del 7 maggio per prendere le misure tra le diverse delegazioni; le due fumate grige dell'8 per sondare le convergenze e già alla prima riunione di venerdì 9 l'elezione. Salvo rivoluzioni.

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