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Strage di Corinaldo e la fuga di Cavallari: oltre al fascicolo per evasione, la Procura di Bologna indaga per favoreggiamento
Quel "vado da lei" del latitante. Il permesso premio per la laurea e le bugie

Rintracciata la ex fidanzata, sarebbe estranea alla vicenda
L'ex fidanzata di Andrea Cavallari, all'epoca coinvolta nell'indagine sui furti nelle discoteche, non aveva contatti da tempo con il 26enne evaso giovedì scorso dopo la laurea. La giovane è stata rintracciata dagli investigatori nelle scorse ore e si trova nel Modenese, dove vive e lavora. regolarmente. Secondo quanto si è appreso, sarebbe estranea alla vicenda.
Evaso dopo la laurea, indagine anche per favoreggiamento
Oltre al fascicolo per evasione, a carico di Andrea Cavallari, il detenuto che non è rientrato in carcere dopo la laurea giovedì scorso, la Procura di Bologna indagherà anche per favoreggiamento, al momento contro ignoti. Gli investigatori del nucleo investigativo della polizia penitenziaria, coordinati dal pm Andrea De Feis, stanno facendo accertamenti sull'eventuale ruolo e coinvolgimento di altre persone che possono, in ipotesi, aver supportato la preparazione e l'esecuzione della fuga del 26enne, condannato in via definitiva per la strage di Corinaldo.
Corinaldo, la fuga di Cavallari. La fidanzata, la laurea e le bugie
Andrea Cavallari è in fuga ma non da solo. Emergono nuovi dettagli sul caso del 26enne condannato a 10 anni e 8 mesi per la tragedia della discoteca di Corinaldo che ha provocato la morte di sei persone e il ferimento di altre 59. Condanna definitiva per la "banda dello spray" ma ora c'è un latitante. Cavallari ha ingannato tutti, sfruttando un permesso premio per la laurea è fuggito - riporta La Stampa - e con lui ci sarebbe anche la fidanzata. Il 26enne si sarebbe fatto sfuggire una frase con i familiari: "Vado da lei". I due avrebbero continuato a sentirsi mentre lui scontava la pena, anche se non risulta che lei lo abbia mai vistato in carcere una sola volta.
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Si sono rivisti solo giovedì pomeriggio. Alle 9 di mattina, - prosegue La Stampa - il 26enne era uscito dal penitenziario di Bologna senza scorta, con permesso autorizzato. È salito in macchina con sua madre. È andato in centro, all’università, a discutere la tesi. Si è laureato in Diritto del lavoro. Ha pranzato con i genitori e la nonna per festeggiare, congedandoli con la notizia che aveva un appuntamento con la giovane e la promessa di tornare in cella. Ha detto una verità e una bugia: si sono incontrati e sono fuggiti.
Lo sfogo del suo patrigno: "Di lui non ci si può fidare". Protesta per non aver ricevuto l’aiuto di "almeno un poliziotto per controllarlo". Il giudice gli aveva concesso la prima uscita della sua storia detentiva, affidandone la sorveglianza ai genitori. Però ammette: "Noi non riusciamo a gestirlo" e lo supplica di tornare "per il suo bene".