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Cronache
Coronavirus, documento delle università pugliesi sulle azioni per contenere la diffusione del virus

Coronavirus, documento delle università pugliesi sulle azioni per contenere la diffusione del virus

Fase 2: le quattro Università lavorano al modello Puglia. Il Politecnico di Bari, le Università degli Studi di Bari, Lecce e Foggia, presenteranno nelle prossime ore un documento tecnico-scientifico sulle "possibili azioni per contenere la diffusione del virus nella fase post lockdown". L’iniziativa organizzata dalla Associazione culturale “L’Isola che non c’è” (a cui aderiscono Rettori, Accademici, giornalisti, scienziati, sindaci e governatori) ha l'obiettivo di controllare la circolazione del virus ed evitare l'innesco di nuovi picchi, con "interventi che incidano su due fattori : il numero di contagi per giorno causato dal singolo individuo positivo e il numero di giorni in cui l'individuo infetto ha contatti fisici con individui sani".

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Le ipotesi elaborate dagli esperti Accademici e della Sanità (tra cui il prof. Lopalco consulente scientifico della Regione Puglia) prevedono, con riferimento alla riduzione dei contatti per limitare i contagi: la distribuzione di mascherine efficaci a tutta la popolazione da utilizzare quando non sia possibile il distanziamento sociale; interventi tecnici per ridurre la carica dell'agente patogeno nell'ambiente; interventi per controllare il ricambio di aria e pulizia o la sostituzione di filtri negli impianti di aerazione e condizionamento di strutture ricettive e mezzi di trasporto pubblico, interventi per garantire il necessario distanziamento tra individui negli ambienti. Un aspetto fondamentale del documento sarà la definizione di supporti di informazione, ma anche la formazione e addestramento delle persone e dei lavoratori alle norme individuate, atto fondamentale per raggiungere l'obiettivo della formazione. La “formazione” è prevista dalle norme sul controllo degli ambienti di lavoro, che siano bar, negozi, parrucchieri, o laboratori per la lavorazione dei prodotti agricoli. La scienza medica e l’utilizzo della tecnologia “per contribuire con protocolli attuativi e best practice (alcune già sperimentate sul campo) alla ripartenza di tutte le attività produttive del nostro Paese è in particolare della nostra Puglia”.

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Per quanto riguarda il secondo fattore, cioè la riduzione della durata dei contatti, si ipotizza l'incremento intelligente del numero di test diagnostici (tamponi e screening sierologici, questi ultimi una volta validati) e per identificare soggetti contagiosi e isolare i casi positivi al virus, identificazione e tracciamento, tramite l'uso dei dati di geolocalizzazione degli smartphone e tecniche di intelligenza artificiale, della rete di contatti che l'individuo trovato positivo ha avuto nei giorni precedenti al contagio, utilizzo dei sensori presenti negli smartphone, o tecnologie alternative, per registrare temperatura e altri dati biometrici per identificare eventuali casi sospetti ed isolarli con celerità.

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Oltre ai docenti dei vari Atenei, al tavolo partecipano esperti nei vari settori in campo sanitario e giuslavoristico oltre a rappresentanti delle Associazioni di categoria e di aziende di Trasporto e Alberghiere. Sarà questo gruppo di lavoro indipendente, che da settimane sta redigendo in maniera scientifica 6 tematiche applicabili in maniera trasversale orizzontale a fornire indicazioni alle Istituzioni sui criteri da adottare nei settori, Turismo, trasporti, Agricoltura, Alberghiero, cultura e Balneare. I sei sottogruppi contano di poter presentare dei documenti scientifici che costituiranno poi il decalogo operativo che verrà presentato alle istituzioni. “Una iniziativa questa pugliese (tra le prime in Italia sul piano scientifico ndr) che - come ha ipotizzato il presidente nazionale dell’Anci Antonio Decaro - potrebbe essere portata sul tavolo nazionale” della stessa Associazione dei Comuni italiani.

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