Coronavirus, "Macchie sulla pelle, il segnale del contagio nel 95% dei casi"
Il professor Gianotti: "Arrossamento cutaneo, un “termometro” che avverte di un probabile attacco virale in atto"
Coronavirus, "Macchie sulla pelle, il segnale del contagio nel 95% dei casi"
Il Coronavirus continua a fare vittime in tutta Italia. In mancanza di un vaccino si cerca di contenere la malattie con cure sperimentali, ma a volte ci si accorge dell'infezione troppo tardi, quando ormai il Covid è in circolo e la situazione clinica peggiora velocemente. Dei recenti studi però hanno scoperto un indicatore dell'infezione, le macchie sulla pelle. La cute può essere una “spia” dell’infezione in atto che non si è ancora manifestata — spiega il professor Raffaele Gianotti, dermatopatologo, uno degli autori della ricerca assieme agli immunopatologi del Policlinico Cà Granda al Corriere della Sera —ma può comparire anche durante lo stadio conclamato della malattia. Nella maggioranza degli adulti le macchie sulla pelle scompaiono in poco tempo assieme al virus mentre le lesioni cutanee piu pericolose si manifestano in pazienti ricoverati in terapia intensiva con gravi danni a polmoni e reni. I bambini, invece, possono presentare lesioni rosso vivo alle dita dei piedi senza mostrare i minimi segni sistemici dell’infezione".
"Quando ho saputo che un mio collega era stato ricoverato - spiega Gianotti - per polmonite da Covid con associata una malattia della pelle, mi sono tornati in mente due casi di pazienti immunodepressi per tumore, visti un mese prima, che al microscopio mostravano strane anomalie. Nel 95% del casi è un “termometro” che avverte di un probabile attacco virale in atto. Vediamo ogni giorno al microscopio malattie della cute in pazienti asintomatici per polmonite e febbre che mostrano inequivocabilmente il marchio del Covid".
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