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Cronache
Corte dei conti europea: positivo il bilancio, ma ancora errori di spesa

“In un quadro in cui la Corte dei conti europea esprime un giudizio positivo sui conti dell’Ue purtroppo si evince come le spese ad alto rischio siano aumentate e il rallentamento nell’assorbimento dei fondi strutturali è in forte aumento con l’Italia, purtroppo, in prima linea, logica conseguenza di un problema oramai pluriennale del nostro Paese, la burocrazia e le procedure di spesa dei fondi pubblici troppo rigide e lunghe avute in questi anni e tutt’ora preesistenti”. Lo dichiara Giuseppe Arleo coordinatore dell’Osservatorio per la ricostruzione economica post Covid-19 del think tank Competere.eu.

Nonostante un giudizio positivo sui conti dell’Ue, certificandone una immagine fedele e veritiera, la Corte dei conti europea, soggetto esterno revisore indipendente dell’organismo di Bruxelles indica come ci sia stato inoltre un sensibile aumento nelle spese definite “ad alto rischio”, intendendo con esse i pagamenti a titolo di rimborso agli Stati membri in vari settori, tra cui la coesione e lo sviluppo rurale, caratterizzati da norme e condizioni di ammissibilità complesse che pertanto inducono più facilmente ad errori.

A tal proposito le dichiarazioni del presidente della Corte Klaus-HeinerLehne sono inequivocabili “Il giudizio negativo della Corte sulla spesa dell’Ue per l’esercizio 2019 ci ricorda che occorrono norme chiare e semplici per tutti gli impieghi delle risorse finanziarie dell’Ue; serve inoltre verificare in modo efficace come venga eseguita la spesa e se siano raggiunti i risultati perseguiti. È questo un aspetto particolarmente importante nell’ottica del fondo previsto per la ripresa, finalizzato a contrastare gli effetti della pandemia di Covid-19. In questi tempi di crisi, incombe alla Commissione europea e agli Stati membri l’enorme responsabilità di gestire le finanze dell’Ue in modo sano ed efficiente”.

Nella Relazione annuale, confrontando i due anni solari 2019 e 2012, indicati come anni critici perché rappresentativi dei cicli di spesa sui periodi 2007-2013 e 2014-2020, è emerso come la capacità di assorbimento dei fondi sia davvero bassa. Nel 2019 l’impegno dei fondi è stato di circa il 40% dei 465 miliardi messi a disposizione dispetto al 46% registrato nell’anno 2012, fermo restando la bassa capacità di allocazione delle risorse. La conseguenza, pertanto, è di approcciarsi a sfide e ulteriori rischi dati dalle successive proroghe concesse nell’assorbimento dei fondi non spesi ricadendo sul nuovo periodo di pianificazione finanziaria.

Assume quindi un ruolo ancora più strategico, quindi, lo strumento della Next Generation Eu con cui nel periodo 2021-2027 la dotazione finanziaria sarà aumentata in maniera considerevole per fronteggiare l’impatto economico e sociale della crisi dovuta dal Covid-19 ma, come indicato dal presidente Klaus-HeinerLehne, per una efficacia davvero incisiva è necessario avere una forte sburocratizzazione e procedure snelle nella gestione dei fondi.

 

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