Diciotti, svaniti 40 migranti sbarcati. Salvini: Ma non li avevo sequestrati?
Fonti del Quirinale annunciano l'irreperibilità di quaranta dei 114 migranti della Diciotti. Salvini furente, la Caritas sminuisce
Quaranta immigrati sbarcati dalla Diciotti e trasferiti nel centro Cei di Rocca di Papa, sono fuggiti facendo perdere le loro tracce e svanendo nel nulla. L'annuncio proviene da fonti del Quirinale. I sottosegretari all'Interno Stefano Candiani e Nicola Molteni hanno commentato durissimi: "Si sono già dileguati 40 dei 144 immigrati maggiorenni sbarcati dalla Diciotti e affidati alla Cei o al centro di Messina. Ricordiamo che, per la legge, queste persone hanno libertà di movimento e quindi non sono sottoposte alla sorveglianza dello stato. Erano così disperate che hanno preferito rinunciare a vitto e alloggio garantiti per andare chissà dove. È L'ennesima prova che chi sbarca in italia non sempre scappa dalla fame e dalla guerra, nonostante le bugie della sinistra e di chi usa gli immigrati per fare business".
Riassumendo la situazione nel dettaglio, sono sei gli immigrati che avrebbero fatto perdere tracce di sé il primo giorno di trasferimento, ovvero venerdì 31 agosto. A costoro si sono poi aggiunti due eritrei destinati alla diocesi di Firenze e che invece sono scomparsi il 2 settembre. Infine, altri diciannove dei quaranta irreperibili sono scomparsi il 3 settembre e tredici che dovevano essere accompagnati in altre diocesi si sono allontanati ieri, martedì 4 settembre.
Alla notizia della scomparsa dei quaranta migranti sbarcati, si è ovviamente espresso Matteo Salvini, non mandandole a dire: "Più di 50 degli immigrati sbarcati dalla Diciotti erano così bisognosi di avere protezione, vitto e alloggio, che hanno deciso di allontanarsi e sparire! Ma come, non li avevo sequestrati? È l’ennesima conferma che non tutti quelli che arrivano in Italia sono scheletrini che scappano dalla guerra e dalla fame. Lavorerò ancora di più per cambiare leggi sbagliate e azzerare gli arrivi".
La Caritas ha invece precisato che non si tratta di fuga, bensì di "allontanamento volontario", e secondo Don Francesco Soddu: "Si fugge da uno stato di detenzione e non è questo il caso, nessuno vuole rimanere in Italia, si sa [...] Queste persone davanti ad una situazione di affidamento o prima o dopo avrebbero potuto scegliere di allontanarsi volontariamente poiché la struttura che li accoglie non ha il compito di trattenerli".
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