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Cronache
E' morto di Covid Robert Durst, milionario che era all'ergastolo per omicidio

L'incredibile storia di "uno psicopatico incapace di provare emozioni"

Il milionario Robert Durst, 78 anni, è morto nel carcere della California dove stava scontando la condanna all’ergastolo per l’omicidio di una sua amica ed ex collaboratrice, Susan Berman. Durst l’avrebbe uccisa per impedirle di rivelare alla Polizia delle informazioni importanti sulla scomparsa della moglie, diversi anni prima. Durst si è dichiarato colpevole dell’omicidio di Berman, avvenuto nel 2000, ma la sentenza è arrivata lo scorso ottobre, anche a causa dei diversi rinvii che il processo ha subito a causa della pandemia di Covid.

Una caccia all'uomo durata 45 giorni

Due giorni dopo la condanna, Durst è stato ricoverato in terapia intensiva e sottoposto a ventilazione artificiale, proprio perché malato di Covid. Durst era accusato di avere ucciso anche un suo vicino, Morris Black, quando era latitante nei mesi immediatamente successivi all’omicidio di Berman, ma lui ha sempre parlato di un incidente fatale. Tuttavia, questo non gli ha impedito di farne a pezzi il cadavere e seppellirlo in diversi punti, per ostacolarne il ritrovamento. Dopo 45 giorni di caccia all’uomo, è stato catturato per un fatto decisamente banale: aveva rubato un sandwich al pollo da un negozio in Pennsylvania. Il fuggitivo era stato trovato in possesso di migliaia di dollari in contanti, di cannabis e anche della patente del defunto Black, il tutto conservato in un auto presa a noleggio.

La scomparsa della moglie e il corpo mai ritrovato

Non è mai stata chiarita del tutto la vicenda relativa alla morte di sua moglie Kathie Durst, nel 1982, il cui corpo non è mai stato ritrovato, ed è appunto questa vicenda che viene indicata come il movente del successivo omicidio dell’amica che probabilmente sapeva troppo. La pm incaricata del caso ha commentato la morte di Durst dicendosi dispiaciuta che i familiari della moglie, dopo 40 anni di ricerca della verità, non abbiano potuto vedere il colpevole pagare per le proprie azioni.

Un impero economico buttato via

Originario della Polonia, il nonno di Durst (Joseph) nel 1904 è emigrato a New York, dove ha costruito un vero e proprio impero economico. Oggi la sua società gestisce alcune proprietà immobiliari davvero prestigiose, come le sedi di Bank of America e di Conde Nast. Robert Durst avrebbe dovuto ereditare il comando dell’azienda di famiglia, ma suo padre Seymour nel 1994 decise di affidare il timone all’altro figlio Douglas, liquidando Robert con una buonuscita di 65 milioni di dollari. Un'inezia, pensando che oggi il valore del business si è impennato fino ad arrivate intorno ai 4,5 miliardi di dollari.

Una famiglia in guerra, il film e il documentario

Il rapporto tra Robert e il resto della famiglia è stato pessimo anche negli seguenti, al punto di chiedere e ottenere l’emanazione di ben 13 ordini restrittivi. Douglas ha definito il fratello “uno psicopatico incapace di provare emozioni”, accusandolo inoltre sia di avere il vizio di urinare in luoghi bizzarri, sia di aver ucciso sette cani di proprietà della famiglia, nel lontano 1981. Nel 2010 un film ispirato alla sua storia, “All good things”, vide Ryan Gosling interpretare il personaggio principale. Dopo l’uscita del film, il regista Andrew Jarecki venne avvicinato da Durst, il quale gli propose l’idea di realizzare un documentario sulla sua vita. E così è stato, con l’uscita nel 2015 di “The Jinx - La vita e le morti di Robert Durst”, trasmesso in Italia da SkyTg24, nel quale il miliardario caduto in disgrazia fa alcune parziali ammissioni rispetto alla sua tormentata vicenda.

 

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