Fa l'eterologa, ma poi divorzia e ora non vuole più il figlio - Affaritaliani.it

Cronache

Fa l'eterologa, ma poi divorzia e ora non vuole più il figlio

Aveva detto di volere a tutti i costi un figlio cercando una donna disposta a portare in grembo un figlio per loro. Poi dopo aver annunciato il suo divorzio, ha fatto dietrofront, dicendo di non voler più quel bambino che con lei "non avrebbe nulla a che fare". Fa discutere il caso dell'ex coppia vip costituita dall’attrice e presentatrice americana Sherri Shepherd (48 anni), sposata in seconde nozze con lo sceneggiatore Lamar Sally. Coppia che subito dopo il matrimonio aveva deciso di sottoporsi alla fecondazione assistita.

Visto l’insuccesso, però, gli sposi erano passati all’eterologa, scegliendo di usare lo sperma di Sally e di comprare un ovulo per concepire un figlio da impiantare a pagamento nell’utero di un’altra donna: Jessica Bartholomew, una cameriera single di 23 anni e madre di due bambini.

Sally e Shepherd si sono separati il 2 maggio del 2014 e a luglio l’uomo ha presentato preventivamente domanda per ottenere la custodia legale del bambino che è nato il 5 agosto del 2014 . A quel punto l’attrice si è rifiutata di comparire come madre nel certificato di nascita, di pagare gli alimenti e ha persino negato al piccolo la sua assicurazione sanitaria. "Mi ha detto: è il tuo sperma e non il mio ovulo, quindi il bambino è tuo" ha raccontato Sally.

Ora, data la mancanza di legami genetici fra la Shepherd e il bambino, e data la fine del matrimonio, la presentatrice ha spiegato di non volersi prendere la responsabilità di crescerlo. Di più, la presentatrice tv che ha un patrimonio di 10 milioni di dollari, ha fatto causa affinché il tribunale le revochi la potestà genitoriale. Nella lunga battaglia legale, un giudice di un tribunale della Pennsylvania ha stabilito circa 11 mesi fa che la presentatrice è la madre legale del bambino, che è obbligata a mantenerlo con un assegno di 4,100 dollari al mese e a garantirgli la copertura sanitaria fino all’età di 18 anni.

Martedì poi la corte d’appello dello Stato ha confermato la sentenza di primo grado respingendo l’istanza dell’attrice.