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Francesco: Papa profeta o Pontefice degli strappi? Chi era il primo Gesuita di Pietro

Francesco: Papa profeta o Pontefice degli strappi? Chi era il primo Gesuita di Pietro
È stato un profeta, e dunque era troppo avanti ai suoi fedeli che a volte definiva “cristiani da pasticceria”, oppure è stato un Papa che ha tentato degli strappi che non produrranno altro che lacerazioni nella Chiesa cattolica del XXI secolo?
La morte di Papa Francesco, al secolo Jorge Mario Bergoglio, lascia questi interrogativi ed arriva come un fulmine a ciel sereno nel giorno di Pasquetta dopo che, a Pasqua, Francesco aveva voluto spingersi ancora – seppure nella sua sofferenza – tra i suoi fedeli in Piazza San Pietro, quasi un modo per un ultimo congedo prima dell’addio.
Il primo Papa Gesuita, nato buttafuori e fidanzato
Gesuita figlio di emigranti piemontesi da Portacomaro nell’Astigiano, cresciuto nella fede di sua nonna materna Rosa Margherita Vassallo, Bergoglio arriva alla vocazione dopo aver lavorato come buttafuori, aver avuto una fidanzata e imparato a ballare il tango. Perito chimico, un’infezione gli costa un pezzetto di polmone destro (gli sarà rinfacciato in Conclave per tentare di frenare la sua elezione al Soglio pontificio). Negli anni ‘70 aiuta clandestinamente chi lotta contro la dittatura argentina, con buona pace della leggenda nera che gli verrà rovesciata addosso dopo l’elezione papale, poi diventa Arcivescovo di Buenos Aires nel 1998 e in seguito cardinale nel 2001 sempre per volontà di Giovanni Paolo II oggi Santo.
L’uomo è frugale, semplice, incontra i suoi preti a sorpresa e non ha paura nel girare nelle Villas, la versione argentina delle favelas brasiliane. Nulla lascia presagire un futuro da Papa per quest’uomo che prende la metropolitana e da prete ha una Renault 4, allora molto diffusa in Argentina.
Nel 2005 a un passo dal Soglio di Pietro
Dicono che nel Conclave del 2005 Bergoglio sia stato ad un passo dall’elezione papale ma che abbia convinto tutti di non essere l’uomo giusto per il Soglio; poi, però, nel 2013 arriva la chiamata dall’Alto dopo le dimissioni di Benedetto XVI: accetta e comincia un papato che stravolge le regole e il modo che abbiamo di pensare alla figura del Vicario di Cristo.
Il fatto è che il papato bergogliano ha completamente demistificato la figura del Papa, dall’inizio nel rifiutare i paramenti papali appena eletto, fino alla penultima apparizione in San Pietro con un poncho e una maglietta addosso mentre era portato in sedia a rotelle a incontrare i pellegrini. Ha sempre cercato l’incontro con chiunque, anche a mezzo telefono, apparendo spesso in Tv da Fabio Fazio per interviste esclusive ma anche all’acqua di rose, e tentato di apparire come un vicino di casa bonario e accogliente. Il fatto è che da un lato era certamente accogliente con i lontani, sia pure in modo confuso e confusionario (“Chi sono io per giudicare?” sui gay, ma per lui nella Chiesa c’era troppa frociaggine), mentre dall’altro non mancava di rimproverare i cristiani che ancora frequentavano le chiese. I cristiani da pasticceria, quelli che per lui erano freddi e non aperti, che non accettavano il concetto di meticciato, che criticavano il volto amazzonico della Chiesa con la Pachamama, questa divinità india, portata in processione nei Giardini vaticani.
Dalla "Nato che abbaia", all'accordo con la Cina
Ha parlato di “Nato che abbaia” ai confini della Russia, ha tentato con poco esito una mediazione tra Mosca e Kiev, ha concluso un accordo con la Cina che non ha salvaguardato 8 milioni di anime della Chiesa cattolica clandestina rimasta ancora oggi perseguitata. Molto spesso ha proceduto a nomine sulla base della fiducia personale che non sempre si sono rivelate felici, ha alzato il massimo carcerario in Vaticano a 35 anni e fatto celebrare processi come quello di Vatileaks 2 che si sarebbe potuto evitare, il Vaticano non è Stato con i gendarmi con i pennacchi e con le armi, non è nato per fare queste cose. Fino alla tristezza della sua solitudine in Piazza San Pietro durante il Covid, mentre tutti noi eravamo chiusi in casa. In quel lontano 2020 c’è sembrato quasi che Dio si fosse dimenticato di noi.
Ha scavato un solco nella Chiesa
Ma non è stato solo questo. Francesco lascia il richiamo alla Misericordia, al vero Volto di Dio, il richiamo ad uno dei Sacramenti più dimenticati e meno praticati quale quello della Confessione. Ha indetto due Anni Santi, di cui uno straordinario, nei quali non ha mancato di parlare di speranza e incontro a un mondo sostanzialmente disperato. Resterà per molti molto critica la sua continua posizione a favore dei migranti e un abbraccio col mondo musulmano forse troppo stretto: ma lascia un segno con il quale tutti i suoi successori, volenti o nolenti, si dovranno confrontare.
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