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Gino Paoli: "Il Cielo in una stanza è dedicata a una prostituta. Elodie? Non sapevo chi fosse"
Il cantautore sulla morte del figlio Giovanni: "Un dolore che non ho ancora superato. Un'ingiustizia atroce"

Gino Paoli: "Il Cielo in una stanza è dedicata a una puttana. La polemica con Elodie? Giuro che non sapevo chi fosse"
Gino Paoli si racconta senza filtri in una lunga intervista al Corriere della Sera in cui parla di musica, famiglia e anche di amore. Innanzitutto non si vuole definire il primo cantautore italiano in ordine cronologico: "Il primo è stato Domenico Modugno. Vecchio frac ha aperto la strada a un certo tipo di canzone. Prima c’erano i papaveri e le paреre. Lui dimostrò che la canzone poteva raccontare una storia".
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Il successo arriva nel 1959 con "La gatta", che è davvero esistita: "Si chiamava Ciacola. Era furbissima. Siccome si sporgeva dalla finestra vicino al mare, una volta cadde di sotto, e si ferì a una zampa. Guarì subito, ma quando combinava i suoi disastri e mi accadeva di rimproverarla, Ciacola faceva gli occhioni e sollevava la zampa a mezz’aria, come se fosse ancora ferita. Irresistibile".
La rivelazione più sconvolgente riguarda però un altro suo grande successo. Gino Paoli afferma infatti che "Il Cielo in una stanza" sarebbe dedicata a una prostituita con cui avrebbe avuto una frequentazione. "Ebbi un amoretto con una puttana…", racconta il cantautore. L'intervistatore Aldo Cazzullo quindi lo avvisa: "Guardi che la criticheranno". "Se voleva intervistare un artista politicamente corretto, doveva andare da qualcun altro", replica il musicista.
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Gino Paoli non ricorda il suo nome ma dice che entrambi si piacevano molto. "Andai in quella stanza due, tre, quattro volte. Fino a quando non finii i soldi. - racconta - Dovevo inventarmi qualcosa per rivederla. Rubai i libri a mio padre. Una vecchia enciclopedia, che rivendetti. Per fortuna non se ne accorse. Con il ricavato ripresi a frequentare la mia amata. Fino all’esaurimento delle possibilità. Cosi le dissi: questa è l’ultima volta che ci vediamo. Mi rispose: 'Ma no! Vieni lo stesso!'. Cosi andavo a prenderla al mattino, quando non lavorava. E giravamo come due fidanzati".
Alla fine lei dovette lasciare Genova e per il cantautore arrivò il momento di prendere una decisione. "Le puttane non erano fisse in un posto dopo un mese, a volte solo quindici giorni, giorni, partivano. Era una rotazione continua: bolognesi, napoletane, siciliane, baresi… Lei mi chiese di seguirla: 'Vieni Vieni via con con me'. Ci pensai seriamente. Ebbi grossi dubbi. Poi prevalse il senso del dovere: 'Mi dispiace tantissimo, ma debbo dirti di no'. Non l’ho mai rivista". Lei non seppe mai che "Il Cielo in una stanza" era dedicata a lei.
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Gino Paoli è tornato poi sulla polemica con Elodie. "Un tempo avevamo Mina e la Vanoni, adesso emergono le cantanti che mostrano il culo", aveva dichiarato senza fare esplicitamente il nome della cantante romana che poi replicò al Messaggero: "Non mi interessa. Non lo incontrerò mai. Ha una visione retrograda. Era evidente che si riferisse a me". "Certo. Parlavo in generale, pensando non solo all’Italia. - spiega Gino Paoli - Giuro che non sapevo chi fosse Elodie. Poi mia moglie mi ha mostrato una sua foto. E’ una bella donna".
Gino Paoli affronta anche il tema della morte che teme solo per le persone che ama. Il cantautore poi ricorda la scomparsa del figlio Giovanni: "Un dolore che non ho ancora superato. Mi pesa molto parlarne. Un’ingiustizia atroce: deve morire prima il padre del figlio, dovevo morire prima di Giovanni. L’ho detto al prete che ha celebrato il funerale: 'Dio dov’è? Come può permettere che un padre debba seppellire un figlio?'".