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Cronache
Giorno del ricordo 2023, Sangiuliano: "A Sanremo si dovrebbe parlare di Foibe"
 Gennaro Sangiuliano

Giorno del Ricordo 2023, Sangiuliano: "Sanremo dovrebbe dedicare uno spazio alle foibe"

Oggi 10 febbraio ricorre il Giorno del Ricordo 2023 per non dimenticare l'orrore delle foibe e dell'esodo giuliano-dalmata. Il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha rivolto un appello agli organizzatori di Sanremo 2023 affinché dedichino uno spazio a questo evento. "Sono rispettosissimo dell'autonomia dell'arte e del lavoro culturale degli artisti.  - ha dichiarato Sangiuliano - Ma da cittadino, prima che da ministro, credo sarebbe un gesto importante che il Festival di Sanremo dedicasse un momento, domani sera, proprio al Giorno del Ricordo".

Giorno del Ricordo 2023, La Russa: "Uno dei momenti fondanti della memoria comune della Nazione"

La tragedia delle Foibe "non può e non deve essere dimenticata, così come deve esere dimenticato l'esodo dall'Istria, dalla Dalmazia, da Fiume, gli italiani che furono di fatto costretti a lasciare le loro case, i luoghi dove erano nati e dove vivevano, e che furono accolti malissimo dall'Italia di allora". Lo sottolinea a Senato Tv il presidente di Palazzo Madama, Ignazio La Russa. "Io credo che la svolta c'è stata nel 2004 - ricorda - quando è stata istituita la Giornata del ricordo. Io ero capogruppo di Alleanza nazionale ed ebbi l'onore di firmarla questa legge, insieme a Menia".

Una legge "che oggi comincia a dare i propri frutti. Quella legge fu votata praticamente all'unanimità tranne 12 che non la votarono alla Camera. Oggi a distanza di anni considero quel momento uno dei momenti fondanti della memoria comune della nostra Nazione". "Quando la memoria diventa comune, diventa momento di crescita qual è oggi il ricordo della tragedia delle Foibe, la tragedia di coloro che dovettero abbandonare le loro case", conclude La Russa.

Giorno del Ricordo 2023: l'esodo giuliano-dalmata

Il Giorno del Ricordo serve a mantenere viva la memoria dell'esodo di migliaia di cittadini italiani dai territori dell'Istria, di Fiume e della Dalmazia. Si tratta di un passaggio drammatico e complesso che affonda le sue radici storiche nei contrasti fra italiani e slavi che si sviluppano in quell'area di confine a cavallo fra il XIX e il XX secolo. Tensioni che hanno il loro culmine negli eccidi delle foibe del 1943 e del 1945 in cui vengono uccise migliaia di persone. A partire dal 1946 la comunità italiana dell'Istria, della Dalmazia e di Trieste che non accetta di vivere sotto il regime jugoslavo inizia ad emigrare in massa verso l'Italia.

Fra le regioni che più si distinguono nell'accoglienza agli esuli c'è il Piemonte e in particolare il capoluogo Torino, dove l'amministrazione comunale si attiva subito per dare aiuto ai profughi, fornire alloggio, sussidi, possibilità di lavoro e assistenza scolastica ai bambini rifugiati.

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