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Cronache
Inchiesta Covid, bene fare chiarezza: ma si indaghi anche sulla Lombardia

Le forze dell’ordine che denunciavano chi comprava una sola bottiglia di vino al supermercato perché sospettavano che fosse un trucco per evadere. Giuseppe Conte, allora premier, che pontificava in TV di continue chiusure con improbabili strumenti legislativi come il DPCM poi smentiti come efficacia legale che però ci hanno tenuto inchiodati a casa. Stupidaggini per cui si poteva uscire per andare a trovare i fidanzati e fu un fiorire di rapporti inesistenti dovuti alle menti malate della burocrazia. Si scopre, col tempo, che chi governava aveva tutto l’interesse a mantenere uno stato di paura e soggezione: era la loro assicurazione sul potere. Si scopre ora che sottosegretari alla Sanità si scambiavano mail con altissimi dirigenti del Ministero in cui si affermava senza mezzi termini che i funzionari e i politici erano assolutamente inadeguati.

Covid, si faccia chiarezza. La commissione d’inchiesta? Indaghi a livello nazionale e sulla Lombardia

E c’è ora qualcuno ancor più furbo, qualche viceministro ad esempio, che cerca di scaricare sui colleghi tutte le responsabilità dicendo che non gli veniva detto nulla ed allora la domanda naturale è: perché non ti sei dimesso? E poi non si capisce che cosa siano serviti tre mesi di chiusura se nel frattempo non si sono approntati nuovi posti letto in terapia intensiva. In ogni caso assistemmo a incredibili situazioni in cui i cosiddetti esperti, poi noti come Covidstar dicono tutto e il contrario di tutto disorientando l’opinione pubblica. C’era l’OMS che non ne azzeccava una: dice inizialmente che le mascherine non servono e poi invece si scopre che sono fondamentali, intanto protegge la Cina che ne è lo sponsor politico. Tedros Adhanom Ghebreyesus, il direttore generale, copre i vertici della Sanità italiana come se fosse “una foglia di fico”, questo emerge dalle intercettazioni.

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