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Cronache
L'onorabilità di Ratzinger è salva: pedofilia nella Chiesa, tutto archiviato

Papa Ratzinger è stato indagato. La rivelazione della procura di Monaco. Ma...

Non si può fare di tutta l’erba un fascio. Papa Benedetto XVI è stato uno dei pochi pontefici ad essersi battuto contro gli abusi sessuali nella Chiesa cattolica o quanto meno come nessun Papa prima, anche se il lavoro da fare resta ancora profondo. Gli abusi sessuali nel clero sono un dramma, vista l’estensione della problematica in tutti i Paesi. Dopo l’emersione dei casi di pedofilia sopratutto negli USA ma anche in Africa e il successo internazionale dell’inchiesta del Boston Globe, Ratzinger si è dovuto confrontare con l’apparizione di una valanga.

Siamo sempre nella Chiesa di Roma con la sua complessità, i suoi equilibri millenari, tra slanci, criticità, visioni, strategie, intrighi, pecche e lati oscuri.

E’ notizia di queste ore che i pubblici ministeri tedeschi abbiano rivelato di aver esaminato un numero elevato di casi storici di abusi sessuali da parte del clero nell'arcidiocesi di Monaco. Il cardinale Joseph Ratzinger vi è stato arcivescovo dal 1977 al 1982. I magistrati hanno indagato anche lui con l'accusa di essere complice di abusi per averli nascosti. Ma in seguito hanno abbandonato l'indagine per mancanza di prove che potessero arrivare a imbastire un vero caso.

I pubblici ministeri di Monaco hanno comunque esaminato 45 vicende di possibili illeciti da parte di funzionari ecclesiastici, emersi da un rapporto su come l'Arcidiocesi abbia gestito le situazioni di abuso tra il 1945 e il 2019. L'agenzia di stampa tedesca DPA ha posto l’accento su 3 casi in particolare, riguardanti alcuni “dirigenti” durante la gestione Ratzinger. E per quanto uno studio legale, il rapporto indipendente WSW (Westpfahl Spilker Wastl) commissionato dall'Arcidiocesi e pubblicato nel gennaio 2022 ha criticato la sua gestione su 4 casi durante il periodo di reggenza ma non sono emersi elementi di prova a supporto.

Il rapporto pesa molto sui funzionari attuali ed ex, incluso Benedetto XVI. Forse Joseph Ratzinger si è comportato erroneamente come arcivescovo di Monaco (1977-1982) ma non si va oltre questo. I casi oltretutto sarebbero prescritti. Va ricordato che la prescrizione è un principio di civiltà giuridica nel rapporto tra cittadino e autorità, altrimenti per singoli eventi possibili il cittadini sarebbe indagato a vita dallo Stato e sempre sotto la discrezionalità delle sue “maglie”.

Benedetto, che è morto a distanza di 10 anni dalle dimissione dal soglio pontificio, ha chiesto perdono per eventuali "gravi colpe" nella sua gestione dei casi di abuso, ma ha sempre negato qualsiasi illecito personale o su specifici casi.

Stessa sorte di indagati hanno avuto il Cardinale Friedrich Wetter, successore di Ratzinger a Monaco, dal 1982 al 2008 e Gerhard Gruber, ex vicario generale.

Per quanto riguarda Wetter e Gruber, l'attenzione si è concentrata sul cosiddetto "caso 26" del rapporto abusi: su un religioso condannato nel 1962. Inoltre, le indagini avevano rivelato il sospetto di due principali reati non ancora caduti in prescrizione. Per Wetter, tuttavia, non è stato possibile stabilire che fosse a conoscenza delle accuse di abuso e avesse lasciato in servizio il sacerdote in questione, e per Gruber non era possibile affermare che avesse deliberatamente contribuito all'abuso.

In relazione al "Caso 26", l'ufficio arcivescovile e il palazzo di Monaco sono stati perquisiti ancora a febbraio di quest’anno. Sulla base delle dichiarazioni dei testimoni, è stato cercato un "armadietto dei veleni" con documenti esplosivi. "La perquisizione ha rivelato che il cosiddetto ‘armadietto dei veleni’ era già stato chiuso nel 2011 e i documenti in esso contenuti erano stati aggiunti agli archivi del personale".

Il rapporto WSW elenca 235 presunti autori dal 1945 al 2019, inclusi 173 sacerdoti. Il numero delle vittime ammonterebbe a 497. Il numero di casi però non denunciati è probabilmente molto maggiore, ritengono i legali. Dal punto di vista degli avvocati, 67 chierici meritavano una sanzione canonica per "l'alto livello di sospetto". In 43 casi, tuttavia, ciò non è stato fatto. 40 di loro hanno continuato ad essere impiegati nella pastorale, compresi 18 sacerdoti che erano stati condannati. In particolare vi è stato un caso in cui l’Arcidiocesi di Monaco ha rinnovato gli incarichi pastorali di un sacerdote nonostante il suo noto passato incriminato per pedofilia.

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