Michelle Obama e gli stivali d'oro - Affaritaliani.it

Cronache

Michelle Obama e gli stivali d'oro

Giuseppe Vatinno

Michelle Obama snobba il suo elettorato e lo provoca

Michelle Obama, la moglie dell’ex Presidente Usa Barack pare proprio non riuscire a comprendere la lezione che è stata impartita dall’elettorato a Hillary Clinton e similari.

Nel senso che Michelle, la strabordante ex first lady, continua imperterrita a provocare il suo stesso elettorato con comportamenti che provocano scontate reazione populiste.

Da poco è uscito il suo pretenzioso libro, una sorta di autobiografia in cui si autoelogia per quello che è riuscita a fare (e cioè, principalmente, a ghermire Barack) con cui gira gli States e sfodera i suoi sorrisoni che ricordano tanto quelli della Clinton, inesorabilmente sconfitta dal Donald Trump due anni fa.

C’è ormai tutta una bibliografia fotografica e saggistica sugli errori compiuti da Hillary, ma l’Obama sembra proprio volerli ripetere pedissequamente tutti nella sua evidente preparazione alla discesa in politica per le prossime elezioni.

L’ultima sua trovata, che ha provocato una moltitudine di reazioni feroci sui social, è stata quella di presentarsi, a Brooklyn, New York, con degli stivaloni d’oro di marca dal costo di 4.000 $, il tutto poi condito da uno sgargiante vestito giallo che lascia perplessi.

Michelle sembrava uscire dal set di un beta movie di fantascienza degli anni ’80.

Ma a parte i gusti nel vestire, che sono un elemento personale, c’è il fatto dei capi di abbigliamento costosissimi esibiti platealmente ad una America (e, ormai, in tempi di social, al mondo) che ancora stenta a riprendersi dalla crisi economica. Poi, assistiamo a raffinate e contorte interpretazioni sociologiche sul perché abbia vinto Trump e perché i populismi si stiano affermando in tutto il pianeta. La risposta non è in astruse teorie politiche, ma semplicemente (anche) nei capi di alta moda platealmente esibiti da chi ha tradito i suoi elettori, facendo solo i propri interessi e testimoniando così l’appartenenza ad un élite che ormai è invisa ovunque.

Anche in Italia abbiamo assistito, per fortuna in termini di maggior gusto estetico, a fenomeni del genere. La tendenza a strafare, ad apparire, a provocare la reazione eccessiva è purtroppo una caratteristica della nostra epoca e fanno considerare con nostalgia i politici della cosiddetta Prima Repubblica che rispettavano almeno nelle apparenze l’elettore, anche vestendo decentemente.

michelle giallo