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Nobel, all'ungherese Laszlo Krasznahorkai il premio per la letteratura. Ecco chi è
Lo scrittore ungherese Laszlo Krasznahorkai ha vinto il premio Nobel per la letteratura 2025

Laszlo Krasznahorkai premio nobel letteratura 2025
Laszlo Krasznahorkai è stato premiato per "la sua opera convincente e visionaria che, nel contesto di un terrore apocalittico, riafferma il potere dell'arte"
Lo scrittore ungherese Laszlo Krasznahorkai ha vinto il premio Nobel per la letteratura 2025. Nel dare l'annuncio, la commissione per il Nobel ha spiegato che Krasznahorkai è stato premiato per "la sua opera convincente e visionaria che, nel contesto di un terrore apocalittico, riafferma il potere dell'arte". Ma chi è Laszlo Krasznahorka? Nato nel 1954 a Gyula, una cittadina del sud-est dell’Ungheria vicino al confine con la Romania, László Krasznahorkai è uno degli scrittori più originali e potenti della letteratura contemporanea. Il suo esordio letterario è legato proprio a un luogo simile a quello delle sue origini: una zona rurale remota, scenario del romanzo Sátántangó, pubblicato nel 1985 (edito in Italia nel 2012 come Satantango), opera che ha segnato la sua svolta artistica. Il libro, subito accolto con entusiasmo in Ungheria, racconta in modo profondamente evocativo le vite di alcuni abitanti miserabili di una fattoria collettiva ormai abbandonata, nel cuore della campagna ungherese, sullo sfondo del crollo del regime comunista.
Il "satanico" del titolo si riflette nella moralità corrotta e illusoria del personaggio di Irimiás, truffatore carismatico che manipola la speranza dei suoi compaesani, solo per lasciarli di nuovo nella disperazione. L'intero romanzo è pervaso da un senso di attesa vana, già espresso nel motto kafkiano che lo apre: "In tal caso, mi perderò la cosa aspettandola". Nel 1994, l’opera è stata trasformata in un film visionario grazie alla collaborazione con il regista Béla Tarr.
Susan Sontag ha definito Krasznahorkai un "maestro dell’apocalisse", un appellativo che gli è valso dopo la lettura del suo secondo romanzo, La malinconia della resistenza (1998). In questo horror visionario, ambientato in una cittadina sperduta in una valle dei Carpazi, l'autore intensifica il conflitto tra ordine e caos con immagini oniriche e personaggi grotteschi. Qui, il terrore diventa universale, ineludibile.
Il romanzo Guerra e guerra segna un momento di svolta narrativa, con il suo andamento picaresco che anticipa l’ambizioso Il ritorno del barone Wenckheim (2019). In quest'ultima opera, Krasznahorkai si confronta con la tradizione letteraria europea con ironia e profondità. Il protagonista, un barone decaduto e ludopatico, torna in patria dopo anni di esilio in Argentina, sperando di ritrovare un amore d'infanzia mai dimenticato. Ma il suo viaggio si complica quando affida la propria sorte a un losco personaggio, Dante, sorta di Sancho Panza corrotto. Il romanzo culmina in una surreale e comica accoglienza da parte della comunità locale, che il barone, affranto e malinconico, cerca disperatamente di evitare.
A questa serie di epopee segnate dall'apocalisse si aggiunge anche Herscht 07769: Florian Herscht Bach-regénye (2021; tradotto nel 2024 come Herscht 07769: A Novel). Ambientato in una cittadina della Turingia, in Germania, il libro ritrae una società in preda all’anarchia, tra crimini efferati e incendi dolosi, sullo sfondo della grande eredità spirituale e artistica di Johann Sebastian Bach. In questo romanzo, violenza e bellezza si fondono in modo indissolubile, in una prosa intensa e ininterrotta.
Krasznahorkai è un epico scrittore mitteleuropeo, erede della tradizione che va da Kafka a Thomas Bernhard. Ma il suo sguardo si spinge anche verso l’Oriente, dove trova un tono più meditativo e raffinato. Le sue esperienze di viaggio in Cina e Giappone ispirano opere più liriche, come il romanzo del 2003 Északról hegy, Délről tó, Nyugatról utak, Keletről folyó (Una montagna a nord, un lago a sud, sentieri a ovest, un fiume a est, tradotto nel 2022). Ambientato nei dintorni di Kyoto, il libro è un racconto poetico e misterioso alla ricerca di un "giardino segreto".
L’interesse per l’arte e la creazione artistica emerge anche in altri scritti, come nella storia legata a un'opera inedita del pittore rinascimentale Pietro Vannucci, detto il Perugino. Qui, contro ogni previsione, è a Perugia – città natale dell'artista – che si compie un vero miracolo artistico.
Infine, a testimoniare l’estro e la versatilità di Krasznahorkai, c’è il racconto lungo Aprómunka egy palotáért: bejárás mások őrületébe (Lavori preparatori per un palazzo: entrare nella follia degli altri, 2020), pubblicato nel 2018. Ambientato in una Manhattan popolata dai fantasmi di Herman Melville e dei suoi seguaci più fanatici, il testo è insieme comico, surreale e profondo. Qui, l’autore riflette con ironia sul potere imitativo dell’arte e sulla forza liberatoria della resistenza creativa.