Deposito nucleare, ok 7 regioni. Rivolta sarda: "Scelta neocoloniale"
Sono Piemonte,Toscana, Lazio, Puglia, Basilicata, Sardegna e Sicilia. Il deposito ospiterà circa 78 mila metri cubi di rifiuti a bassa e media attività
Con il nulla osta del ministero dello Sviluppo e del ministero dell'Ambiente è arrivato l'ok alla Sogin per la pubblicazione della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnapi). Sono sette le regioni in cui sono state individuate le aree potenzialmenteidonee alla costruzione del deposito nucleare nazionale. Sono Piemonte,Toscana, Lazio, Puglia, Basilicata, Sardegna e Sicilia. Nella Tavola generale allegata alla Cnapi sono indicati anche i Comuni interessati nelle setteregioni.
Il deposito nazionale e il Parco tecnologico saranno costruiti inun'area di circa 150 ettari, di cui 110 dedicati al deposito e 40 al Parco. E' quello che si evince dalla pubblicazione della Carta delle aree potenzialmente idonee e dei documenti correlati, cosi' come spiega il ministero dell'Ambiente. Il deposito avra' "una struttura amatrioska"; all'interno ci saranno "90 costruzioni in calcestruzzoarmato, dette celle", in cui "verranno collocati grandi contenitori incalcestruzzo speciale, i moduli, che racchiuderanno a loro volta icontenitori metallici con all'interno i rifiuti radioattivi gia'condizionati". In totale saranno "circa 78 mila metri cubi di rifiuti a bassa e media attivita'" a essere ospitati
14 siti su 67 in Sardegna. Solinas: "Scelta neocoloniale"
Indicare 14 siti in Sardegna sui 67 individuati complessivamente nel territorio nazionale per la realizzazione del deposito unico dei rifiuti nucleari rappresenta l’ennesimo atto di arroganza e prevaricazione di uno Stato e di un Governo che non hanno alcun rispetto per l’Isola e per la volontà chiaramente espressa dal popolo sardo, in maniera definitiva ed irrevocabile, con un Referendum ed una legge regionale”. Così il Presidente della Regione Christian Solinas ha commentato la pubblicazione della Carta Nazionale delle Aree potenzialmente idonee a ospitare il deposito dei rifiuti radioattivi. Il presidente sardo parla di "scelta dal sapore neocoloniale di un Governo che pensa di poter portare distante dai propri centri di potere i rifiuti piu’ pericolosi e dannosi, con costi e rischi aggiuntivi enormi dovuti all’esigenza di trasportare via mare i materiali radioattivi". Solinas - che rimarca anche come il via libera alla Cnapi sia arrivato da due ministri del M5S - annuncia "ogni forma democratica di mobilitazione istituzionale e popolare, coinvolgendo enti locali, associazioni e movimenti, corpi sociali, istituti culturali e scientifici per contrastare questa decisione e preservare la nostra terra da questo ennesimo oltraggio"
"Il popolo sardo - ha aggiunto il presidente della Regione - ha sempre respinto, e continuerà a farlo con tutte le sue forze, ogni ipotesi di trasformazione dell’Isola in una pattumiera nucleare al centro del mediterraneo, con un danno irreversibile alla propria vocazione turistica ed al suo tessuto economico produttivo. Abbiamo una legge regionale in vigore dal 2003 che vieta anche solo il transito di scorie radioattive sul territorio regionale e dichiara la Sardegna denuclearizzata. Abbiamo svolto un referendum nel 2011 che, con un’affluenza massiccia, ha ribadito in mondo chiaro e netto con oltre il 97 per cento dei voti il no all’energia nucleare ed al deposito di scorie. A fronte di tutto questo, considerato che da decenni paghiamo un costo dell’energia superiore al resto d’Italia perché lo stato ci ha sempre negato anche il metano, è davvero paradossale, se non proprio offensivo, che il Governo, noncurante di tutti i pronunciamenti istituzionali, popolari e democratici contrari, possa pensare di indicare in Sardegna ben 14 siti di stoccaggio idonei, peraltro in zone di alto pregio ambientale e paesaggistico, ricche di testimonianze archeologiche della civiltà nuragica e difficilmente accessibili dai porti in ragione della rete viaria".
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