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Cronache
Omicidio Pamela, no al rito abbreviato. Nessuno sconto di pena per Oseghale

Niente rito abbreviato per Innocent Oseghale. Il gup del tribunale di Macerata dove si è svolta il 26 novembre l’udienza preliminare per l’omicidio di Pamela Mastropietro ha respinto la richiesta dei legali della difesa. Ad attendere Oseghale in tribunale c’era un gruppo di manifestanti che lo ha definito un mostro. Il pusher nigeriano ha dichiarato di non aver ucciso Pamela e chiesto scusa, ma la madre della giovane, Alessandra Verni, ha risposto: “Le sue scuse per me sono una presa in giro”.

Il processo in Assise a carico di Innocent Oseghale si svolgerà quindi con rito ordinario davanti alla Corte di Assise il 13 febbraio 2019. Il giudice ha respinto il rito abbreviato, che implica uno sconto di pena, richiesta dagli avvocati del nigeriano Simone Matraxia e Umberto Gramenzi. Anche la Procura aveva condizionato l’abbreviato al deposito di altre perizie e all’audizione di un altro detenuto, un collaboratore di giustizia, con cui Oseghale avrebbe ammesso di avere ucciso Pamela.

Il nigeriano in aula ha letto una lettera in inglese in cui, chiedendo scusa alla famiglia, ha comunque ribadito la sua versione: di non aver fatto a pezzi il corpo di Pamela, poi chiuso in due trolley e abbandonato nelle campagne di Pollenza, dopo che la ragazza era morta per overdose di eroina nel suo appartamento, in via Spalato il 30 gennaio scorso.

Mamma Alessandra però non gli crede: “Ho incontrato lo sguardo di Oseghale e lui ha abbassato gli occhi. Le sue scuse per me sono una presa in giro”. Il legale della famiglia e zio della ragazza, Marco Valerio Verni spera invece che dal dibattimento possano venire fuori ulteriori elementi di indagine: “Oseghale non può avere fatto tutto da solo”.

Il procuratore di Macerata Giovanni Giorgio al termine dell’udienza davanti al gup ha commentato: “Spiace che non sia stata accolta la richiesta di rito abbreviato, concordata con la difesa, perché quello in Assise sarà un processo che si protrarrà nel tempo, con 50 testimoni da sentire. Faremo di tutto per ridurre il procedimento al tempo strettamente necessario mediante un ‘patteggiamento’ sulle prove, dando spazio al giusto contraddittorio con la partecipazione di consulenti e periti”. Il dibattimento del 26 novembre accompagnato da una manifestazione fuori dal Tribunale di Macerata con urla e striscioni contro Oseghale “è stato sereno”.

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