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Cronache
Pesaro, Salvini: "Bruzzese aveva chiesto di uscire dalla protezione"

Agguato Pesaro: Salvini, aveva chiesto di uscire da protezione

"Questo signore, al quale va una preghiera, da oltre due anni e mezzo aveva chiesto di uscire dal sistema di protezione". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, in riferimento a Marcello Bruzzese, ammazzato il 25 dicembre nel centro marchigiano. Salvini, arrivato poco fa alla prefettura pesarese per presiedere il Comitato per l'ordine e la sicurezza, ha aggiunto: "Vedremo cosa non ha funzionato nel sistema di protezione, anche se il lavoro delle forze dell'ordine e' eccellente. Per fortuna i dati ci dicono che le Marche e i marchigiani sono piu' forti di qualunque infiltrazione criminale, e i dati lo confermano".

"Questa - ha sottolineato Salvini - non e' terra di infiltrazioni mafiose, ma e' terra sana che reagisce, dove i cittadini sono pronti a collaborare, a denunciare, a segnalare". Uno stato di salute, quello della societa' pesarese, dimostrato anche la drastica diminuzione dei reati del 2018: -13% complessivamente e -30% dei furti nelle abitazioni. "Questo ci conforta - ha detto Salvini - ma e' ovvio che taluni segnali non vanno assolutamente sottostimati. Alcuni segnali di infiltrazioni criminali si stanno vagliando, ma far passare Marche e marchigiani come terra di criminalita' organizzata e' qualcosa che questa comunita' non merita". Sulla protezione di Marcello Bruzzese, Salvini ha rimarcato che "lo stesso aveva chiesto di uscire dal sistema, perche' non riteneva ve ne fossero piu' le condizioni". "A quanto mi costa - ha sottolineato -, senza entrare nel merito di scelte che spettano ad altri - la procedura era in corso. C'era un ragionamento di tipo economico, su come chiudere la partita, come accade in altre fattispecie". Sul fenomeno Ndrangheta in generale, il ministro ha rimarcato: "Che si tratti del consorzio criminale piu' pericoloso in Italia e all'estero, e' evidente. Stiamo lavorando con i colleghi austriaci, francesi, tedeschi in assoluta e completa attenzione, perche' non e' piu' un problema calabrese ma europeo. Li stiamo inseguendo ovunque e stiamo cercando di confiscare beni in mezza Europa".

IL FRATELLO DEL PENTITO UCCISO A PESARO AVEVA IL NOME SULLA PORTA

Marcello Bruzzese viveva sotto tutela ma era conosciuto a Pesaro con il suo nome vero. E lo aveva direttamente sulla porta. Il fratello del pentito Biagio Girolamo è stato ucciso per vendetta dalla 'ndrangheta, in un omicidio che sconvolge la citadina marchigiana.

SISTEMA DI PROTEZIONE SOFT

Per lui era stata infatti disposta una vigilanza soft, senza la necessita' di cambiare nome, che anzi campeggiava sulla cassetta delle lettere dello stabile dove abitava in una casa pagata dal Ministero. Bruzzese era sottoposto anche a un regime di protezione economica, anche con un piccolo stipendio, e senza limitazioni particolari, alla quale era sottoposto dal 2008.

CACCIA AI KILLER DELLA 'NDRANGHETA

Nel frattempo è partita la caccia ai sicari della 'ndrangheta che lo hanno atteso e freddato sotto casa. Ma lìomicidio di Pesaro getta un'inquietante ombra sul sistema di protezione e sui pentiti.

I NUMERI DEL PROGRAMMA DI PROTEZIONE DEL VIMINALE

Sono 6.525 le persone inserite nello speciale programma di protezione del ministero dell'Interno perche' collaborano con la giustizia. I collaboratori di giustizia (i cosiddetti pentiti) sono 1.277, con 4.915 familiari anch'essi naturalmente da proteggere. I testimoni di giustizia sono invece 78, con 255 familiari. 

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