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Cronache
Principato di Monaco, una finestra per l’Italia. Parla l'ambasciatore Alaimo

I fiumi di parole su che cosa, in termini di cambiamento anche e soprattutto sociologico, abbia determinato la pandemia di Covid-19 sono scorsi, per l’appunto, a fiumi, rappresentando un punto di svolta per l’intero pianeta. Ci sono però luoghi, minuti in senso geografico, dove tutto il mondo è rappresentato: dove tutto il mondo transita. Uno di questi è il Principato di Monaco, due chilometri quadrati e mezzo di roccia rosata sospesa fra cielo e mare, celeberrima patria del glamour e altrettanto fulgido presidio a difesa dell’ambiente, e degli oceani in particolare. Anche qui, come ovunque, la bandiera italiana svetta per eccellenza e qualità delle proprie produzioni, per savoir-faire (o know-how che dir si voglia) invidiatoci da tutto il mondo, per la presenza di una comunità di Italiani distintasi in termini di capacità, creatività ed entusiasmo. Affaritaliani.it ne parla con Sua Eccellenza Giulio Alaimo, già console generale a Zurigo e da un anno ambasciatore d’Italia nel Principato.

Ambasciatore, com’è stata finora la Sua esperienza nel Principato?

Davvero molto positiva, soprattutto per il fatto che questo Paese rappresenta una formidabile vetrina per promuovere le eccellenze italiane. Con iniziative “in presenza” certo; ma, date le eccezionali contingenze storiche, anche attraverso l’organizzazione di “eventi” digitali, nuove formule di comunicazione a cui l’esperienza pandemica ci ha costretti. Ciò che abbiamo fatto come Ambasciata d’Italia a Monaco e come Ministero degli Esteri è stato quello di accelerare un processo di informatizzazione già in corso, anche in ambito culturale, avviando eventi on-line, riunioni, mostre e conferenze digitali. Desidero ricordare, in proposito, la Mostra promossa dalla Farnesina dal titolo “Caruso, Corelli, Di Stefano 1921-2021 – Miti del Canto italiano”; inaugurata il 2 Agosto, essa punta a far conoscere in tutto il mondo – grazie alla Rete diplomatico-consolare –  questi tre straordinari interpreti della nostra cultura musicale. La mostra è visitabile su “Italiana” (italiana.esteri.it), il nuovo “portale” creato dal Ministero degli Esteri proprio per far conoscere la cultura italiana via web nel mondo intero. Anche a Monaco è stato necessario rimodulare, e purtroppo limitare, gli eventi in presenza. Nella tragedia globale che ha rappresentato, questa terribile pandemia ci lascia in eredità una cosa di buono, vale a dire proprio un nuovo e più efficace modo di comunicare, oltre a una rinnovata attenzione verso le fragilità del pianeta.

Ha già anticipato una tematica molto importante, quello della tutela e salvaguardia dell’ambiente. Ambito rispetto al quale, sebbene sia meno noto, la Principauté è pioniera, grazie soprattutto al costante impegno di Sua Altezza Serenissima il Principe Alberto II. Può parlarcene?

Certamente, il Principato di Monaco e il Principe Sovrano sono sempre in prima fila per difendere gli ecosistemi terrestri e marini. Prima però mi lasci sottolineare le evidenze di questo equilibrio ormai prossimo a un punto di non ritorno, come ci dicono gli Scienziati: pensiamo solo alle temperature torride e agli spaventosi incendi divampati proprio nel corso dell’estate in diversi Paesi, fra cui purtroppo anche l’Italia. Taluni studiosi ritengono che anche il Covid-19 sia frutto della deforestazione, a ulteriore riprova dell’urgenza di cambiare rotta.

Ciascuno può dare il proprio contributo per meglio tutelare il nostro mondo.

Anche il recente Accordo che l’Italia ha sottoscritto con il Principato in materia di “telelavoro” va in questa direzione. Il Principato conta circa 40.000 lavoratori frontalieri francesi e circa 4.500 italiani: di questi, una volta che l’Accordo entrerà in vigore dopo la ratifica parlamentare, una parte significativa potrà svolgere le proprie mansioni da casa, riducendo quindi il traffico in ingresso e in uscita dal Principato, nonché conseguentemente le emissioni di inquinanti. Può sembrare ad alcuni solo una goccia nel mare… ma il mare non è forse fatto di gocce?

E a proposito di mare, l’impegno di Monaco per la tutela degli abissi marini e delle specie che vi dimorano è forse la principale delle battaglie ambientali portate avanti dalla Principauté.

Una battaglia essenziale, cui partecipa convintamente anche l’Italia. Voglio ricordare l’accordo internazionale RAMOGE per la prevenzione e la lotta contro l’inquinamento dell’ambiente marino, che vede coinvolta – oltre al Principato di Monaco e alla Région PACA (Provenza-Alpi-Costa Azzurra) anche la nostra Liguria. Tale piano costituisce un importante strumento di cooperazione scientifica e giuridica, a mezzo del quale i Governi dei tre Stati firmatari si impegnano nel promuovere azioni coordinate e integrate di gestione del litorale. Quella dell’Ambiente è e sarà, a mio avviso, il polo attrattivo delle idealità di questo secolo: giovanili in primis ma non solo, coinvolgendo trasversalmente tutte le fasce generazionali.

Ambasciatore Alaimo, come si articolano i rapporti bilaterali fra l’Italia e il Principato di Monaco?

Italia e Monaco intrattengono relazioni diplomatiche dal 1947; e nel 2006 l’Italia, analogamente alla Francia, ha elevato ad Ambasciata il proprio Consolato Generale nel Principato. Ma l’origine dei legami fra i due popoli è ben più remota e la Storia della Principauté è, in realtà, da sempre fortemente intrecciata a quella dell’Italia: una lunga amicizia che costituisce anche la precondizione di eccellenti rapporti bilaterali. In termini politici, non ci sono criticità: l’Italia e Monaco hanno la medesima visione nell’affrontare i maggiori temi internazionali, pure in materia di cooperazione allo sviluppo, con progetti condivisi. Ho già ricordato poc’anzi la finalizzazione dell’Accordo sul telelavoro: in tempi di pandemia una scelta ancora più necessaria, ancorché non certamente facile e di immediata realizzazione. Eppure, il 10 Maggio scorso esso è stato sottoscritto, alla presenza del nostro Ministro del Lavoro Andrea Orlando e del Primo Ministro monegasco Pierre Dartout. Voglio inoltre ricordare come, dopo la Francia, l’Italia sia il primo partner commerciale del Principato, con un interscambio che ha superato il miliardo di euro, specie per quanto concerne i settori di lusso, shipping e servizi.

(segue...)

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