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Cronache
Recovery: le mani della 'ndrangheta sui fondi: allarme del procuratore De Raho

Coronavirus, le mani della 'Ndrangheta calabrese sui fondi del Recovery: a lanciare l'allarme è il procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero de Raho, intervenendo al convegno online “Le mafie ai tempi della pandemia e del Recovery”.

Afferma Cafiero de Raho: “Ancora prima di guardare alle risorse che arriveranno, bisognerà guardare alle attività economiche esistenti che oggi sono ferme e che sono a rischio, altrimenti la 'ndrangheta si impossesserà di tutto".

De Raho ha osservato che "oggi la maggiore preoccupazione è l’indebolimento dell’economia legale e sana, in buona parte costretta a fermarsi o a rallentare, mentre invece le mafie, la ‘ndrangheta in particolare, hanno continuato a incamerare la liquidità. Ciò che ci preoccupa è l’infiltrazione nelle attività economiche che sono state costrette a rallentare o sono rimaste chiuse e di quelle attività economiche rispetto alle quali le liquidità della ‘ndrangheta e delle altre mafie costituiscono il più grande rischio in questo momento".

De Raho ha quindi evidenziato che "probabilmente, in un momento come questo, bisogna cominciare ad avvicinare Confindustria, Confersecenti, Confcommercio, Assoturismo, tutte le associazioni di categoria che probabilmente hanno il polso di quanto sta avvenendo, ovviamente laddove queste associazioni siano affidabili e credibili perché a volte non è così. È necessario un lavoro di condivisione con queste associazioni di categoria per comprendere - ha aggiunto il procuratore nazionale antimafia - se sia possibile un progetto per sostenere le imprese sane. La magistratura, le procure distrettuali di Reggio e Catanzaro, stanno facendo tantissimo. Quanto alle risorse che arriveranno, verranno controllate, in primo luogo attraverso le segnalazioni delle operazioni sospette. Quest’anno abbiamo avuto 110mila segnalazioni, una crescita del 10%, notevole. Ma tutto quello che possiamo fare con i controlli non basta senza una coesione sociale, senza una vicinanza della politica alle attività economiche. È necessario - ha concluso de Raho - che la politica si riappropri in pieno del suo ruolo e operi in modo da svolgere quella azione di coesione sociale, l'unica che consenta di battere la ‘ndrangheta e la criminalità organizzata".

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