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Cronache
San Benedetto, causa da 1,5 mln a Il Fatto Alimentare per lo spot con Canalis
Elisabetta Canalis 

San Benedetto fa causa a Il Fatto Alimentare per 1,5 milioni di euro per danno d'immagine in merito allo spot con Elisabetta Canalis

San Benedetto ha portato in tribunale Il Fatto Alimentare a causa della sua posizione sullo spot dell'acqua minerale con protagonista Elisabetta Canalis. L'azienda ritiene di aver subito un danno d'immagine da parte del sito che si occupa di supermercati, etichette alimentari e pubblicità ingannevole e ha chiesto un risarcimento di 1,5 milioni di euro.

Nella pubblicità incriminata Elisabetta Canalis si sveglia ma si accorge di aver bruciato le fette di pane con cui avrebbe dovuto fare colazione. L'ex velina però ha in mano la sua bottiglietta di acqua minerale San Benedetto e quindi si dirige senza problemi verso l'ufficio. Al che il sito "Aestetica Sovietica" ha inviato una segnalazione all'Istituto di autodisciplina pubblicitaria (Iap) in quanto lo spot avrebbe indotto a pensare che la colazione potesse essere sostituita tranquillamente solo con l'acqua.

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Lo Iap ha accolto l'istanza e ha precisato a Il Fatto Alimentare che San Benedetto si è impegnata a "elaborare una nuova comunicazione che possa superare gli aspetti critici rilevanti". Lo spot poi è tornato in onda senza la scena iniziale.

San Benedetto però ritiene che i due articoli scritti dalla testata sul tema le avrebbero procurato un danno d'immagine e ha chiesto al tribunale di Venezia il ritiro dei pezzi sotto accusa. Nell'agosto del 2023 il giudice boccia la richiesta ma l'azienda a ottobre presenta un nuovo ricorso, che verrà poi ancora respinto in quanto la cancellazione violerebbe l'articolo 21 della Costituzione sulla libertà di stampa.

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L'azienda, secondo quanto riporta Il Fatto Alimentare, afferma di aver speso "864.219,80 € per il rifacimento di otto spot a causa degli 'effetti negativi sui consumatori' derivanti dai nostri articoli” ma la testata sottolinea che si tratta di un solo spot "che è stato modificato volontariamente da San Benedetto a seguito dei rilievi dell’Istituto di autodisciplina pubblicitaria, sollecitato a intervenire da terzi".

Per il Fatto Alimentare si tratta di un “chiaro intento di San Benedetto di portare avanti un’azione giudiziaria per indurre Il Fatto Alimentare a miti consigli […] Lo schema è semplice. Ti faccio una causa milionaria e ti costringo a sostenere spese elevatissime per difenderti”. Al tribunale è stato quindi chiesto non solo di rigettare le accuse e rifondere le spese legali ma anche che San Benedetto venga condannata a corrispondere il 10% del danno ipotizzato "per avere portato avanti una lite temeraria". La prima udienza è fissata per metà marzo.

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