Santanchè, il socio: "Ci deve 1,5 milioni". E gli ex dipendenti la inguaiano - Affaritaliani.it

Cronache

Santanchè, il socio: "Ci deve 1,5 milioni". E gli ex dipendenti la inguaiano

di redazione politica

La dipendente in cassa integrazione a sua insaputa: "Io raggirata". L'ex dipendente di Ciak: "Anche qui furbate sugli aiuti"

Ruffino: “Nessun soccorso nero a Visibilia, la ministra ci deve 1,5 milioni”

Continuano i guai per Daniela Santanchè. Anche oggi sui quotidiani italiani parlano diverse persone contro la ministra. Il primo è Luca Ruffino, presidente della holding Visibilia e amministratore unico di Visibilia editrice. "Ma quale soccorso nero, Daniela Santanchè ci deve 1,5 milioni e per questo ha messo a garanzia anche la sua casa. Non ho nulla da spartire con lei per il resto e stiamo sistemando le cose che abbiamo trovato qui", dice a Repubblica, a cui racconta perché ha investito in Visibilia, salvando dal fallimento l’azienda della ministra.

"È stata una scelta imprenditoriale, guardavo a Visibilia da diversi anni e ne vedevo le potenzialità. Quando abbiamo deciso di entrare nella compagine societaria la capitalizzazione di Borsa era di 300 mila euro — dice Ruffino — viene fatta confusione tra la posizione debitoria gigantesca che Santanchè ha nei confronti del mondo intero e la posizione della holding, di cui sono presidente. La holding ha solo un debito verso l’Agenzia delle entrate di 150 mila euro, che stiamo pagando. Santanchè è invece una mia debitrice, siamo creditori verso di lei di una somma importante, 1,5 milioni che lei sta ripianando con rate mensili da 50 mila euro".

Prosegue Repubblica, "Ruffini assicura di aver pagato proprio in questi giorni il Tfr alla dipendente Federica Bottiglione, che ha fatto causa perché sostiene di aver lavorato mentre a sua insaputa era stata messa in cassa integrazione a zero ore. E di aver lavorato nello stesso periodo anche per La Russa al Senato". La stessa Federica Bottiglione ha rilasciato invece un'intervista a La Stampa: "Non avrei potuto prevedere che una rappresentante delle istituzioni mi potesse trattare così. All’inizio avevo paura di denunciare e rimanere senza lavoro, ma non mi sono pentita". Sempre a la Stampa, Bottiglione dice: "Il mio stipendio era in realtà una nota spese chilometrica ma eravamo in pieno lockdown. Ora dopo l’attenzione dei media sul caso sembra che la mia situazione sarà regolarizzata", ammette. 

Su il Fatto Quotidiano appare invece la testimonianza di Sergio Lorizio, dal 2014 al 2019 giornalista di Visibilia Editore per il mensile cinematografico Ciak. “Nulla della Santanchè mi sorprende più, che siano omesse contribuzioni o l’uso disinvolto degli aiuti pubblici. Abbiamo fatto cause su entrambi i fronti, una l’ha persa e l’altra l’ha conciliata subito. Sono tutte cose documentate, comprese le giornate in solidarietà spacciate come recupero ferie”. Lorizio spiega ancora: “In busta paga quelle giornate figuravano effettivamente come ore di solidarietà a carico di Inpgi e Stato. In azienda venivano invece contabilizzate separatamente come recuperi ferie”.