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Scomparso dai radar, ritrovato l'elicottero disperso tra Toscana e Marche. A bordo gli imprenditori Mario Paglicci e Fulvio Casini
I due imprenditori erano partiti ieri pomeriggio dall'aeroporto "Giovanni Nicelli" e di loro si erano perse le tracce. Il velivolo è stato rinvenuto in una zona boschiva nell'aretino

Ritrovato l'elicottero disperso tra Marche e Toscana
Ritrovato l'elicottero disperso tra Marche e Toscana, alle ricerche hanno preso parte i tecnici del soccorso alpino e speleologico
Un’area impervia, boschiva, tra le sterpaglie di Badia Tebalda, in provincia di Arezzo. Lì è stato ritrovato, dopo neanche 24 ore di ricerche, l’aereo che da ieri pomeriggio era scomparso dai radar facendo perdere le tracce dei due che viaggiavano a bordo: Mario Paglicci, orafo aretino, e Fulvio Casini, senese. Il velivolo, un Augusta Westland, è stato ritrovato solo questa mattina distrutto e bruciato. Da subito, dopo l’allarme, erano partite le operazioni di ricerca dei dispersi da parte dei tecnici del soccorso alpino e speleologico delle Marche e del soccorso alpino toscano, dietro coordinamento del sistema regionale di soccorso.
Le ricerche sono andate avanti tutta la notte, senza sosta, fino a quando, poche ore fa, la notizia del ritrovamento ha gettato via le speranze. Inutili gli sforzi dei vigili del fuoco, delle forze dell’ordine, della protezione civile, dei militari del soccorso alpino della guardia di finanza e dell’aeronautica militare, così come quelli delle squadre via terra, che si sono attivate con droni e cinofili.
Ritrovato l'elicottero disperso, chi erano gli imprenditori a bordo Mario Paglicci e Fulvio Casini
Mario Paglicci, imprenditore orafo di Arezzo, fondatore dell'azienda Gimar, e Fulvio Casini, titolare di un'agenzia immobiliare e originario di Sinalunga, in provincia di Siena. Sono loro i due che viaggiavano a bordo dell'aereo civile, dopo essere partiti dall'aeroporto "Giovanni Nicelli" e diretti all'aviosuperficie "Serristori" di Castiglion Fiorentino. Ancora da accertare le cause ma, secondo una prima ricostruzione, sembra che a causare l'impatto sia stata un'avaria a bordo, proprio mentre il mezzo sorvolava tra le Marche e la Toscana. I due avrebbero provato a salvarsi, come dimostra la richiesta d'aiuto lanciata, intorno alle 15.00, prima alla figlia di Paglicci e poi all'Asl Toscana Sud Est. L'imprenditore si era detto impaurito e la donna, persi i tentativi di collegamento, ha dato il via alle ricerche.
Stando a quanto noto fino a questo momento, i due erano grandi amici. Di Paglicci si sa che era un punto di riferimento del settore orafo aretino, attività che svolgeva da quando aveva vent'anni. Il gruppo Paglicci, portato avanti dai figli Gianluca e Mario, attivo dagli anni Sessanta nel settore dei gioielli e della moda, conta oggi oltre 200 dipendenti e più di 15 milioni di fatturato. Casini, invece, era titolare di un'agenzia immobiliare conosciuta nel senese. Ad accomunarli la passione per il volo, la stessa passione che, insieme, li ha uccisi.
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