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Cronache
Scuola, insulti dei prof precari avvelenano il clima. Replica Pasquale Vespa

 

 

Concorso sì versus concorso no. La tensione sui precari della scuola sta salendo non solo nella maggioranza di governo, con vertici e trattative a ripetizione, ma anche tra gli stessi insegnanti. Ad andarci di mezzo, incolpevolmente, rischiano di essere genitori e studenti. Non a caso compaiono in rete commenti da parte di alcuni docenti che definire fuori dalle righe suona eufemistico. Proprio perché chi insegna è un pubblico ufficiale, infatti, certe uscite rischiano di non far bene all’intera categoria. Un corpo docente fatto di persone che, nella generalità dei casi, vivono il proprio lavoro come una missione.

Agli occhi dei genitori interessati alla formazione dei propri figli lo spettacolo offerto sui social in queste ore non è dei più edificanti. Negli screenshot che Affaritaliani.it pubblica in calce al pezzo si possono leggere dei commenti alquanto “scomposti” di docenti di terza fascia

scuola 1
 

e, addirittura, di un sindacalista, Pasquale Vespa

scuola 2
 

, che arriva ad invocare un blocco della scuola, ricevendo commenti di insegnanti che sarebbero già passati al sabotaggio della didattica a distanza

scuola 3
 

.

Un crescendo che, per tacere anche di insulti e offese

scuola 4
 

, raggiunge il suo culmine quando si comincia ad aizzare contro l’imminente prova di maturità: “Dovremmo in massa non presentarci agli esami”, è lo sfogo. Senza contare chi, invece, adduce motivazioni fuori luogo e sostiene di essere disposto a fare pure “20 prove selettive” ma “non ad agosto”, perché non vuole “passare l’estate a studiare”

scuola 5
 

. Non proprio un bel biglietto da visita per un aspirante docente di ruolo. Ma soprattutto uno schiaffo in faccia a chi ha sostenuto concorsi ordinari e fatto anche prove preselettive.

In parallelo ai veleni della rete, si muove un altro sabotaggio, più strisciante, ai danni dello sforzo logistico e organizzativo messo in campo per tenere il concorso in sicurezza grazie all’utilizzo della rete di plessi scolastici dislocati sul territorio a questo sabotaggio. E’ evidente che si è superata la misura. E solo un’intesa politica potrà mettere fine a questo clima esasperato. Lo stallo, che vede da una parte il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina, con il M5s compatto alle sue spalle, insieme a Italia Viva, e dall’altra i sindacati, con la sponda di Pd e Leu, ruota appunto intorno alla modalità di svolgimento del concorso per i precari, bandito ad aprile, come previsto dal decreto scuola. Il vulnus è nato sulla proposta di bypassare, a causa dell’emergenza coronavirus, la prova e procedere con assunzioni per titoli in base alle graduatorie. Forse la mediazione proposta dal ministro Azzolina, e cioè quella di inserire una clausola d’emergenza per valutare attraverso il Comitato tecnico scientifico la fattibilità dell’esame a luglio in base alla curva del contagio, potrebbe essere il punto di caduta. Una cosa è certa: il concorso straordinario, così come è stato concepito (una prova semplificata al pc), offre già una via preferenziale ai 32 mila precari della scuola. La strada più breve, quella per titoli, invece, comporterebbe, per paradosso, tempi molto più lunghi. Gli insegnanti tornerebbero tra i banchi con assunzioni a tempo determinato, in attesa che si riavvi tutta la macchina procedurale per i nuovi concorsi.

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Riceviamo e pubblichiamo la richiesta di rettifica del signor Pasquale Vespa.
 

Spett. Le AffariItaliani.it


Vi scrivo a seguito della pubblicazione in data Sabato, 23 maggio 2020 - 16:58:00 sul sito internet del Vostro giornale il seguente articolo
Concorso scuola, insulti e sabotaggi dei prof precari avvelenano la trattativa
di Paola Alagia https://www.affaritaliani.it/cronache/concorso-scuola-insulti-e-sabotaggi-dei-prof-precari-avvelenano-la-trattativa-674323.html

Con la presente vorrei esprimere la mia contrarietà ed indignazione per i contenuti diffamatori dell’articolo pubblicato dalla Vostra testata lo scorso 23 maggio.

L’immagine impietosa dei precari, che io rappresento, è di una categoria di lavoratori inadeguata e frustrata.

Questo è ciò che si vorrebbe far credere attraverso gli screenshot sapientemente editati ed estrapolati dal contesto che sono stati pubblicati (senza autorizzazione) da questo giornale.

Ribadisco con forza la mia estraneità rispetto ad atteggiamenti intimidatori, diffamatori, offensivi nei riguardi delle Istituzioni politiche ma, al tempo stesso, rivendico il diritto di esprimere liberamente la mia opinione ed il dissenso, secondo quanto previsto dall’Art. 21 della Costituzione. 

Quello che manca è un racconto ed una conoscenza autentici del mio,del nostro, operato.

In qualità di Presidente dell’Associazione Nazionale Docenti per i Diritti dei Lavoratori ho mosso la mia battaglia sindacale al fine di tutelare i diritti dei lavoratori sanciti dalla nostra Costituzione. La mia azione sindacale si è sempre contraddistinta per la ricerca del dialogo e della mediazione con tutte le forze politiche disponibili al confronto. Frutto di questo incessante confronto è il progetto della G36 (Graduatoria permanente per titoli e servizio) che ha trovato il supporto di diverse forze politiche nell’arco parlamentare. 

La G36 nasce dalla necessità di attuare la Direttiva 70/1999 CE (abuso contratti di lavoro a termine reiterati) già recepita dal Decreto 368/2001. Un diritto, questo, negato a chi da diversi anni contribuisce al buon funzionamento della scuola italiana. 

La situazione contingente e straordinaria ha portato ad una esasperazione delle criticità della gestione della scuola, criticità che sono state acutizzate dalla totale mancanza di ascolto da parte della Ministra Azzolina. La sordità istituzionale nei confronti del CSPI, dei sindacati, degli alleati di governo, dei docenti direttamente interessati, ha portato ad un crescente inasprimento dei toni che si è tramutato in una vera e propria esasperazione che tocca circa 100mila lavoratori.

La condotta altalenante del MI ha visto susseguirsi note e circolari contraddittorie (basti citare gli esami di maturità o di licenza media), proclami a mezzo social e stampa che affermavano di tutto per poi smentirlo dopo 24 ore. In questa bagarre, che ha destabilizzato studenti, docenti, famiglie, ho deciso di affermare con forza la necessità di vedere una volta per tutte riconosciuti i diritti di una platea vastissima. La Direttiva 70/1999 è stata, nella sua dirompente giustezza, avvallata e riconosciuta da diverse forze politiche. Ad oggi i precari della scuola si trovano ad assistere con sconcerto all’ennesima occasione mancata di vedere riconosciuta la Direttiva, ancora una volta ignorata e disattesa. 

Come si evince, la battaglia si gioca sul campo politico. O almeno questo credevo prima che cominciasse una incessante e aggressiva campagna denigratoria nei confronti della mia persona e dei docenti che rappresento. Potrei citare i post di alcune Senatrici della Repubblica che ci hanno definiti “un pugno di soggetti che si definiscono insegnanti, ma tali sono solo perché il caso evidentemente ha voluto così…” . 

Come ignorare il recentissimo “Vergognatevi, miseri hater e leoni da tastiera. Altro che concorso, dovreste scavarvi una buca e sotterrarvi per il resto dei vostri giorni” ? 

Siamo stati accusati, e con noi i nostri interlocutori politici, di voler ottenere il ruolo tramite una sanatoria. Ma la sanatoria, cito testualmente il Dizionario della Lingua Italiana Treccani, è “un atto in cui l’autorità competente legittima uno stato di cose irregolare, ovvero una situazione di fatto che si protrae da tempo in modo anomalo”. E la nostra condizione lavorativa è, per l’appunto, anomala. Ricordo, inoltre, che anche l’assunzione per titoli e servizio è contemplata dalla normativa (DPR 487/1994, Dlgs 165/2001, Direttiva 3/2018).

Attacchi infarciti di un tale odio ideologico e di una volontà di distorcere la reatà che fanno pensare ad una strategia atta a spostare l’attenzione dell’opinione pubblica dal merito della questione ad un immaginario mostro da combattere. È la macchina del fango, strumento tanto caro ad un Movimento che ha costruito la sua storia a furia di Vaffaday in piazza. Lo stesso Movimento che ha etichettato le allora avversarie politiche come donne di malaffare. Lo stesso Movimento che sembra aver perso per strada l’onestà, ricercando spasmodicamente la valutazione del merito… altrui. 

Ciò che tutti ci chiediamo è: da dove proviene la certezza che questi insulti giungano dai docenti precari? E qualora ci fosse qualcuno tra i docenti a tenere una condotta deprecabile, è corretto etichettare con infamia un’intera categoria?

E soprattutto ci chiediamo questo: perché questi insulti presunti arrivano proprio ora? Proprio nel momento in cui si discute se stabilizzare o meno questi docenti? Forse per distogliere l’attenzione dalle NON scelte di questa maggioranza, anzi dalla scelta di lasciare precari a vita i docenti?

Noi docenti entriamo in classe ogni anno e ci facciamo forieri di valori quali il rispetto e il riconoscimento della dignità e del valore altrui, atteggiamento che non abbiamo riscontrato da una parte dei nostri interlocutori politici. 

I docenti precari continueranno a lavorare con spirito di abnegazione, amore incondizionato, professionalità come hanno sempre fatto i questi anni e AnDDL continuerà a farsi portavoce di tutte quelle istanze legittime e dei diritti dei lavoratori che rappresenta.

Vorrei in ultima istanza farvi rilevare, ad esempio, come anche ad occhio poco esperto si evidenzia che il seguente screenshot è palesemente artefatto e sovrappone il mio nome ad un commento. 

Pertanto, ai sensi dell’art. 8 della Legge 47/1948 si chiede l’immediata rettifica della notizia riportata e la pubblicazione del seguente testo: Il Sig. Pasquale Vespa prende le distanze dai contenuti diffamatori dell’articolo “Concorso scuola, insulti e sabotaggi dei prof precari avvelenano la trattativa” di Paola Alagia, pubblicato in data 23 maggio u.s. sul sito internet del “Affariitaliani.it,

Vi diffido, inoltre, a fornire notizie aventi carattere diffamatorio, relative al sottoscritto ed all’attività sindacale svolta da quest’ultimo.

Distinti saluti

Napoli, 27 maggio 2020

Ing. Pasquale Vespa

 

 

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