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Stuprata e filmata a 12 anni a L'Aquila, l'amore ormai non esiste più. La crisi del sesso e l’educazione mancata
Ma che fine ha fatto il sesso? Dove si è nascosto il motore del mondo?

Stuprata e filmata a 12 anni a L'Aquila, l'amore ormai non esiste più
Una bambina di dodici anni è stata stuprata, filmata e ricattata da due mini-carnefici di quindici e diciotto anni. Niente di nuovo sotto il sole, perfettamente in linea con i nostri tempi multimediali, di foto e video istantanei, e di sopraffazioni multiple tra i sessi, sembra scomparsa, anche culturalmente, la tenerezza, l'affetto, la complicità e scusate la parolaccia: l'amore.
Come verranno fuori le tre famiglie, prima di tutto quella della vittima, ma anche quelle dei carnefici dopo questo dramma, probabilmente insanabile nonostante la giovane, e giovanissima età dei protagonisti. Lascerò ai grandi maestri mediatici (Crepet, Recalcati e psicoterapeuti assortiti) le valutazioni sul perché nessuno ha vigilato sulla sessualità già malata di questi adolescenti, la risposta non c'è, dunque la famiglia è evaporata, e l'educazione sentimentale si acquisisce con velocità su youporn, senza contraddittori limitanti.
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Ma che fine ha fatto il sesso? Dove si è nascosto il motore del mondo? Capace di dare gioia e benessere fisico e spirituale al povero uomo complessato e contemporaneo? Per una bambina che viene violata, e questo è un danno perenne, ci sono milioni di episodi dove l'antica pratica della fisicità sentimentale e sessuale non sembra riscuotere interesse, proprio perchè l'offerta diffusa e indifferenziata impedisce di organizzare gli antichi tracciati che portavano alla consapevolezza del corpo e dello spirito.
Troppe contaminazioni, ci hanno fatto credere che l'amplesso in tutte le forme era troppo complicato nel nostro martoriato tempo e, per questo, abbiamo preferito tutti i simulacri dalla prostituzione, allo stupro, e purtroppo al martirio di troppe donne ignare e incolpevoli come questa bambina.
La dinamica dell'azione criminale riproduce perfettamente il copione visto troppe volte, e quindi la sceneggiatura partiva dall'imitazione di qualcosa che i due "bravi guaglioni" avevano visto fare on line o chissà dove: se non posso avere qualcosa con l'affetto, me la piglio con la violenza che è, paradossalmente, l'inverso del sentimento e, se mi permettete, del sesso.
Certo in guerra e in amore tutto è permesso, ma da troppo tempo nei due campi abbiamo superato ogni forma di decenza, memori di periodi in cui non ci siamo fatti mancare nulla. Dicono che il maschio (se si può ancora citare) sia in crisi di identità, ma mi pare che anche donne, o varianti varie, siano altrettanto sempre sull'orlo di una crisi di nervi.
Scopare (preferisco questo verbo diretto che è molto meno di "fare l'amore") non è mai stato così complesso, proprio in un’era in cui appariva possibile accedere facilmente al soddisfacimento di qualsiasi forma di perversione.
Mi pare che abbiamo ottenuto il risultato opposto, dai film con la Guida o la Fenech, siamo passati a quelli dove non esiste uno straccio di rapporto, normale, semplice, equilibrato, perchè tutto deve risultare alterato, oscuro, improbabile: un bacio è diventato, anche al cinema, argomento di dibattito, al punto che su ogni set pare che si studino i rapporti di prossimità, gli sguardi e forse anche le carezze, figuratevi se è possibile vedere un amplesso qualunque.
Ricordiamo che il cinema, ad esempio di fantascienza, anticipa i comportamenti: dagli argomenti scollacciati e lascivi degli anni Settanta siamo franati, anche nei sentimenti e nel sesso, al politically correct, purtroppo anche nelle arti figurative e nella letteratura.
Allora siamo nella fase della crisi del desiderio? Con la scomparsa del "conflitto fisico", ovviamente consenziente, scompare anche una modalità di approccio, quello che un tempo si chiamava corteggiamento, oggi diventato aggressione più o meno criminale.
In questo vuoto antropologico, il rapporto, consentitemi di definirlo genericamente uomo/donna, e varianti, ha trovato troppe limitazioni, sia per l'uno che per l'altra, e non tirate in ballo femminismi e teorie gender, l'affetto, l'amore e il sesso sono in gravissima crisi, anche educativa, troppe sono le strategie dissimulative che allontanano questi argomenti dalla nostra quotidianità.
La bambina stuprata è diventata adulta senza che i suoi carnefici possano vantarsi di alcunché, in questa allegoria che rappresenta solo lo squallore infinito che ha prodotto, non siamo responsabili del marcio che la società post-digitale produce, nel mondo degli spioni dilettanti, e dei videomaker improvvisati siamo tutti vittime e carnefici.
Certo che staremo sempre dalla parte delle bambine e delle donne tutte, spesso agnelli sacrificali di tutte le frustrazioni che in questi ultimi decenni gli uomini maturi e molto immaturi hanno accumulato, rendendosi incapaci di gestire il rapporto con l'altro sesso, in una potente contraddizione che vuole ogni stupratore diventare un vero castrato. Per ogni uomo e per ogni donna del mondo, questa è una vera iattura.