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Cronache
Tratta esseri umani, prostituzione e lavoro forzato. L'impatto del Covid

Giornata mondiale contro la Tratta, il convegno a Milano: sfruttamento sessuale, lavoro forzato, come il Covid ha aggravato le condizioni di vita delle vittime

La pandemia ha ulteriormente aggravato le condizioni di vita delle donne vittime di tratta costrette a prostituirsi. Spesso subiscono violenze e abusi anche psicologici e hanno grosse difficoltà a chiedere aiuto.

In occasione della Giornata mondiale contro la tratta di martedì 8 febbraio, Centro Pime, Caritas Ambrosiana e Mani Tese, in collaborazione con Ucsi Lombardia, promuovono un momento di riflessione e ascolto di testimonianze. L’appuntamento è al Pime di Milano (ingresso da via Mosè Bianchi, 94) dalle ore 18.15 alle 20. 

L’evento (che sarà possibile seguire in diretta streaming sui canali youtube e facebook) si inserisce nel percorso di avvicinamento al Festival della Missione 2022, in agenda per ottobre. 

Sarà Fabio Agostoni della Comunità Papa Giovanni XXIII, ad aprire il convegno, illustrando il quadro internazionale del fenomeno.

Seguiranno le video testimonianze di Mani Tese con i contributi di Damnok Toek, associazione cambogiana impegnata nell’accoglienza dei bambini di strada e di Achille Tepa, rappresentante per Mani Tese in Benin.

La seconda parte, dedicata al tema dello sfruttamento in Italia, vedrà gli interventi di Vito Mariella, vice-direttore Caritas Bari-Bitonto ed educatore dell’Associazione Micaela Onlus e di Joy Ezekiel, ex vittima di tratta e autrice del libro “Io sono Joy”, scritto con Mariapia Bonanate.

Tratta di esseri umani nel mondo

Nel mondo oggi la tratta continua a essere una realtà diffusa per un vasto numero di persone. Sono circa 40-45 milioni le vittime, secondo i dati dell’Unodc (l'Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine). 

Tra queste, il 72% sono donne, mentre il 23% sono minori. Fra le principali finalità della tratta vi sono lo sfruttamento sessuale (quasi 60%) e il lavoro forzato (34%).

Negli ultimi anni il fenomeno ha subito dei cambiamenti, in particolare per ciò che riguarda la prostituzione coatta. Meno donne nigeriane - i cui sbarchi sono calati drasticamente, ma il cui sfruttamento è diventato ancora più brutale in Libia - e più donne di altre nazionalità e transessuali.

La tratta delle donne nigeriane in Italia è un fenomeno che ha iniziato a ricevere attenzione solo dal 2015, a causa dell’incremento registrato di schiave di provenienza nigeriana: da 1.454 nel 2014 a 11.009 nel 2016. Secondo l’Organizzazione Internazionale della Migrazione, la maggior parte delle donne provenienti dalla Nigeria arriva da Benin City, nello stato dell’Edo, la città dove è nata la Black Axe, la cosiddetta Ascia Nera, una delle più pericolose organizzazioni criminali che controlla la tratta delle schiave fino in Italia.

Il fenomeno recentemente, complice la pandemia, si è ulteriormente spostato dalla strada all’indoor e online, rendendo le vittime ancora più invisibili, inavvicinabili e vulnerabili.

(segue)

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