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Vaticano, condannato il cardinale Becciu: 5 anni e mezzo di reclusione per peculato e truffa
Il Tribunale vaticano lo ha ritenuto colpevole nella gestione dei fondi della Segreteria di Stato. Interdizione perpetua dai pubblici uffici e 8mila euro di multa. La difesa annuncia ricorso: “Innocente, faremo appello”

Il Tribunale vaticano condanna il cardinale Becciu a 5 anni e mezzo per peculato e truffa
Cinque anni e 6 mesi di reclusione, interdizione perpetua dei pubblici uffici e 8 mila di multa. È la condanna comminata al cardinale Angelo Becciu dal Tribunale vaticano, al termine del processo sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato che ruota intorno alla compravendita del Palazzo di Londra. Becciu è stato ritenuto colpevole di tre capi di imputazione, due per peculato uno per truffa.
"Rispettiamo la sentenza ma certamente faremo appello". Così l'avvocato del cardinale Becciu, Fabio Viglione, al termine della lettura della sentenza. Viglione ha ribadito l'innocenza del cardinale Becciu.
"C'è profonda amarezza, dopo 86 udienze, nel prendere atto che l'innocenza del Cardinale Becciu non è stata proclamata dalla sentenza, nonostante tutte le accuse si siano rivelate completamente infondate. Le prove emerse nel processo, la genesi delle accuse al Cardinale, frutto di una dimostrata macchinazione ai suoi danni, e la Sua innocenza, ci consentono di guardare all'appello con immutata fiducia", affermano i due difensori Maria Concetta Marzo e Fabio Viglione.
"Nonostante la pronuncia ci amareggi profondamente, abbiamo una solida certezza: il cardinale Becciu, fedele servitore del Papa e della Chiesa, ha sempre agito nell'interesse della Segreteria di Stato e non ha avuto per sé e per i suoi familiari alcun vantaggio", proseguono gli avvocati.
"Rispettiamo la sentenza, leggeremo le motivazioni, ma rimaniamo certi che verrà prima o poi riconosciuta l'assurdità delle accuse contro il Cardinale e dunque la verità: Sua Eminenza Becciu è innocente".
Il tribunale ha disposto che tutti i risarcimenti vadano depositati presso un apposito conto aperto presso lo Ior, sottolineano fonti dell'Ente della Santa Sede. Si tratta della prima applicazione, disposta da un tribunale, sull'obbligatorietà dell'accentramento delle risorse della Santa Sede e delle istituzioni collegate, presso lo Ior, come disposto dal rescritto di Sua Santità del 23 agosto 2022.