Venezia, maxi evasione fiscale con vetro di Murano. VIDEO - Affaritaliani.it

Cronache

Venezia, maxi evasione fiscale con vetro di Murano. VIDEO

Vetri di Murano venduti in nero, Gdf esegue sequestri per 7 mln

La Guardia di Finanza di Venezia, coordinata dalla locale Procura della Repubblica, ha eseguito un decreto di sequestro preventivo per complessivi 7 milioni di euro nei confronti dei responsabili di una vasta frode fiscale nel settore della produzione e vendita del vetro di Murano. Il provvedimento riguarda conti correnti, beni mobili e immobili riconducibili ai 10 indagati, tra cui gli amministratori delle 8 vetrerie di Murano coinvolte e un cambiavalute.

Al centro del meccanismo vi erano una serie di terminali Pos portatili collegati con delle sim, formalmente intestati ad un cambiavalute veneziano ma, di fatto, in uso presso le vetrerie. Questi apparati venivano utilizzati per incassare i corrispettivi delle vendite in nero di preziosi vetri di Murano operati a turisti stranieri. Le somme incassate tramite i pos venivano infatti accreditate sul conto corrente bancario di appoggio intestato al cambiavalute che quasi ogni mattina si recava presso la propria banca per prelevare in contanti un importo corrispondente al totale delle somme incassate dalle vetrerie il giorno precedente, in una occasione addirittura 170.000 euro.

In sostanza, quindi, il corrispettivo delle vendite dei manufatti di vetro veniva artificiosamente trasformato in un'operazione del cambiavalute, del tutto ininfluente per la contabilita' delle vetrerie visto che il denaro non transitava nei conti correnti aziendali e formalmente in linea con l'operativita' dell'intermediario, oltre che sostanzialmente ininfluente sotto il profilo fiscale. Gli inquirenti hanno ricostruito diverse migliaia di cessioni perfezionate ricorrendo al meccanismo fraudolento per un ammontare complessivo che sfiora i 30 milioni di euro. In un caso, e' stata rilevata una transazione del valore di ben 48.000 euro. Le imposte sui redditi complessivamente evase ammontano a circa 5 milioni e mezzo di euro, mentre le "commissioni" del cambiavalute, per essersi prestato alle restituzioni in contanti degli incassi con il pos, ammontano a quasi un milione e mezzo di euro.